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REDEMPTION - IDENTITA' NASCOSTE regia di Steven Knight

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6 / 10  25/09/2014 10:48:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Redenzione. Più inconsapevole, almeno inizialmente, quella perseguita dall'ex soldato Joseph Smith. La Corte Marziale gli dà la caccia, l'unico modo per sfuggire all'arresto è quello di dileguarsi nei bassifondi mimetizzandosi sotto gli stracci luridi e la barba incolta del clochard. Poi una botta di fortuna improponibile a voler esser buoni (ridicola sarebbe meglio) , ed ecco la possibilità di rimettere in sesto qualche coccio rotto.
Finalmente un appartamento, soldi ed abiti: l'amicizia con la schiva suor Cristina e un lavoro, per quanto discutibile, da scagnozzo per la mafia cinese. Fino a quando la compagna di tante notti passate all'addiaccio non viene ritrovata cadavere nel Tamigi. A questo punto lo spirito sanguinario si risveglia indirizzato verso i responsabili dell'omicidio.
Ruolo abbastanza atipico per Jason Statham, anche se l'attore britannico non rinuncia certo a menare le mani o alle armi da fuoco. Piuttosto inespressivo il nostro viene calato in una Londra oscura, fatta più che altro di derelitti, criminali, boss della mala e prostitute. In mezzo a tutto questo luridume si erge Suor Cristina (Agata Buzek) bellezza tanto angelica quanto spigolosa, una volta tanto non allineata ai soliti canoni estetici da bambolona, per questo motivo credibile in quello che è il personaggio più interessante del film. Donna sola e addolorata quanto il protagonista, anche per lei un passato oscuro come quello vissuto in terra afghana da Smith ; due vite ai margini e due anime sofferenti che trovano nell'affetto reciproco, seppur consapevolmente effimero, momenti di supporto e comprensione assenti da troppo tempo.
Il cinema di Steven Knight prende ancora una volta forma urbana tra le splendenti luci della City e i sobborghi più bui e fetidi; dopo le sceneggiature (eccellenti) de "La promessa dell'assassino" e "Piccoli affari sporchi" al suo debutto dietro la mdp lascia troppo ai margini la denuncia sociale, inoltre non dona al suo protagonista il carisma necessario per rendere un film appena sufficiente qualcosa di notevolmente migliore.