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L'ARBITRO regia di Paolo Zucca

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6½ / 10  10/02/2014 13:39:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il calcio professionistico e quello dei piccoli campi di periferia si interseca in un affresco popolar-sportivo che non dispiacerebbe a Ciprì e Maresco. Paolo Zucca debutta nel lungometraggio con una pellicola che volge lo sguardo verso la genuinità della Sardegna più rurale alternata con la freddezza dei luoghi in cui un arbitro internazionale tenta la scalata alla fama.
Lo splendido bianco e nero appaga la vista, mentre la preparazione e l'ambizione della giacchetta nera (Stefano Accorsi, con solita recitazione in affanno) e la rivalità di due squadre amatoriali, probabilmente risalente ad antiche faide, tengono banco. Campi polverosi contro stadi da sogno (nello specifico il S. Nicola di Bari), spogliatoi dalla abnorme metratura in opposizione a tribune costruite alla meno peggio e occupate da manciate di sparuti e pittoreschi gruppi di tifosi.
Con toni da commedia amarognola Zucca sembra guardare ad un calcio ormai corrotto ad ogni livello, da quello professionale fino a raggiungere quello più lontano da interessi economici e legato a semplici questioni di orgoglio territoriale. Paradossale e divertente in alcuni frangenti tra allenatori non vedenti e un arbitro fin dal nome evocante il corrotto ed indimenticabile (almeno per noi italiani) Byron Moreno, "L'arbitro" piace a tratti, non riuscendo a far arrivare chiaro il messaggio di cui vorrebbe farsi carico. Sembra più un collage scomposto di tanti episodi legati tra loro, in cui il regista sperimenta convincendo soprattutto dal punto di vista stilistico. Un po' meno avvincente la storia, qua e là incagliata nella maglie di siparietti abbastanza inutili come nel caso della love-story tra il fuoriclasse della squadra locale e la brava Geppi Cucciari.
Un po' scontata ma simpatica l'introduzione agli incontri modellata su immaginari western.
Prodotto alieno all'attuale cinematografia italiana, è quasi un miracolo che abbia trovato una distribuzione decente e anche solo per questo motivo merita uno sguardo.