wega 8 / 10 01/07/2009 20:58:55 » Rispondi "Non nominare il nome di Dio invano" Grande il Cinema di questo autore, soprattutto perché - con il Decalogo - lo rappresenta in una delle sue forme più nobili, e cioè dire qualcosa intendendone un' altra. La lenta progressione di una sigaretta accesa e lasciata lì, scandisce il tempo dell' attesa, un po' kafkiana per la protagonista, della progressione metastica del marito. Uno degli episodi più dolorosi, e sinceramente più drammatici che trova anzi la tragedia in qualunque dei suoi due epiloghi possibili. Il riferimento al secondo comandamento non è per niente ovvio, forse perché il blasfemo, in un' opera che non ha niente a che fare con la religione, è abbastanza rilegato al pensiero soggettivo; in questo capitolo si potrebbe pensare a più cose, forse, a parer mio, è la scelta della donna di non dire al marito la verità su una nuova Vita.
wega 01/07/2009 21:35:22 » Rispondi in ognuno dei suoi due..