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DECALOGO 2 regia di Krzysztof Kieslowski

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ds1hm     7½ / 10  13/09/2006 13:58:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Al numero 2 tocca l’amaro compito del comandamento più difficile da trattare, forse perché più sostanzialmente vuoto nella sua semplice concretezza.
Non nominare il nome di dio invano corrisponde ad un giuramento che contempla la vita: quella di un uomo, un uomo destinato a morire, essere sostituito nella realtà, trapassato nei ricordi, umiliato; e quella di un bambino che una donna porta in grembo, figlio di una morte attesa, figlio di un giuramento falso, di una sconfitta sostanzialmente indefinibile da parte della donna, sconfitta del “suo” uomo che non lo si potrà mai certamente credere felice nella “sua nuova vita”.
E il medico si trova nel vuoto tra ragione e religione.
Tutto sospeso in quest’episodio, ancor più rispetto agli altri 9.
Difficile, complicato, all’apparenza irrisolto, o meglio irrisolvibile. Ma dopo tante volte che l’ho visto credo sia semplicemente impossibile fare un film del genere, rendere tangibile un tema, vivo un giudizio.
Forse è questo il risultato voluto, il desiderio del regista di non permettere a nessuno dei suoi personaggi di distinguersi rispetto ad un contesto sociale e morale sostanzialmente piatto attraverso l’impossibilità trasmessa allo spettatore di schierarsi con uno dei protagonisti, fino al limite della comprensione, della condivisione del tema o della sua precisa individuazione. Forse si vuole evitare che a dare un giudizio sia proprio chi guarda, forse proprio in questo si concretizzava il cinema di Kieslowski, c’è solo da osservare ed osservarsi, senza dare giudizi ipocriti che valgano solo per gli altri.