INFERNAL AFFAIRS regia di Andrew Lau, Alan Mak

Requiem     8 / 10  12/06/2005 10:51:17 » Rispondi
Ottimo poliziesco , che rappresenta al meglio l'evoluzione del cinema poliziesco di Hong Kong.
All'inizio infatti sembra il solito film, come un'infinità dal '92 in poi, sulla scia di "hard Boiled", Il capolavoro action di John Woo, stavolta pure con gli stessi attori: infatti c'è il grande Tony leung, nella stessa identica parte che fece nel film di Woo, ovvero quello di un poliziotto infiltrato nelle triadi da così tanto tempo da aver raggiunto una posizione di rilievo e non riuscire + a uscirne. Come nel film di Woo, l'unico che conosce la sua identità è il suo capo, che in qualche modo cerca di proteggerlo e di aiutarlo (compresi i regali per il suo compleanno e i loro incontri segreti in cima ad un palazzo, tutto esattamente come in "Hard Boiled").
A questo aggiungiamo pure la presenza dello stesso attore che nel film di Woo era il supercattivone di turno, che qui invece interpreta il capo delle polizia ed è l'unico a conoscere l'identità della talpa nelle triadi.
Insomma come premessa, leggendo la trama, possiamo dire che il film sembra quasi una versione corretta di "hard Boiled", con l'idea in più della talpa nelle triadi.

Ma non è così. L'idea di Deja Vu dura all'incirca 5- 10 minuti, dopo di che si capisce la vera natura di questo film. Si tratta in realtà di un poliziesco molto asciutto, che si contrappone radicalmente al film di John Woo, persino nell'inserimento di scene d'azione. Il film di Woo era tutto tecnico, nel senso che la trama era classica, me contavano sopratutto le scene d'azione, dirette con una perizia tecnica impressionante (le migliori in assoluto nel cinema poliziesco). Woo stesso diceva che in "Hard boiled" contava soprattutto l'azione, e non certo la trama.
"Infernal Affairs" è esattamente l'opposto. E' una pellicola in cui contano le psicologie dei due protagonisti, interpretati magistralmente da Lau e dal grandissimo Tony Leung. Non solo.
Al contrario del film di Woo, qui le scene d'azione sono dosatissime, e stavolta a contare veramente è la trama.
Inutile quindi fare paragoni con il cinema HongKongese di John Woo, sempre ovviamente il principale punto di riferimento con Tsui Hark in questo tipo di cinema. Sono due cose radicalmente opposte, nonostante i richiami evidenti nella trama.

"Infernal affairs" mi ha ricordato al contrario un altra sublime pellicola cinese, ovvero "Expect the unespected" (che Cash ti consiglio vivamente!), poliziesco del '98, dal taglio realistico, non retorico. Il produttore era il regista Johnny To, il quale si era reso conto che l'action alla John woo, senza John Woo non aveva più molto senso, e quindi aveva avuto questa idea di cambiare completamente registro per puntare su un tipo di poliziesco radicalmente opposto, prima con il suo "the mission" e poi con "Expect the unexpected" de regista Patrick Yau.
"Infernal Affairs" rientra in questo ambito, e si può dire certamente riuscito.

La trama , come detto sembra la stessa di un solito film di John Woo, la messa in scena è non retorica, ma realistica, le psicologie fanno quasi venire in mente il poliziesco americano alla Michael Mann, che sembra quasi essere stato preso a modello da alcuni registi orientali, che l'hanno manipolato a proprio favore.

Inutile dire che i termini di paragone saranno sicuramente molti altri, e che noi occidentali dobbiamo accontentarci del poco che arriva, comunque, l'impressione che ho avuto di "infernal affairs" è questa.
Non è comunque un film perfetto.
Certi movimenti di macchina improvvisi alla Tsui Hark, certi stacchi musicali (tipo hollywoodiani) o i flashback in bianco e nero, sono abbastanza superflui, e stonano abbastanza, in un film antiretorico di questo genere.
Ma comunuque il risultato è buono. L'epilogo è magistrale.