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IN TRANCE regia di Danny Boyle

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vittorioM90     5½ / 10  31/08/2013 14:59:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"In Trance" di Danny Boyle (il regista di uno dei maggiori cult degli ultimi 20 anni, ovvero "Trainspotting") è stata la mia più grande delusione di questi ultimi giorni di Estate del 2013. Il film del regista di Manchester (in uscita nelle sale italiane il prossimo 29 Agosto), infatti, ha una pecca enorme: non è coinvolgente e per un thriller il coinvolgimento è essenziale. Qui, invece, dopo un ottimo inizio, scandito da un montaggio frenetico ed una colonna sonora di sicuro impatto, che senza dubbio cattura lo spettatore, il pathos va poi progressivamente ad esaurirsi, al punto da non poter restare soddisfatti a fine visione.
Sia chiaro: non è certo un film pessimo, quelli sono altri... denota una grandissima tecnica, la fotografia è splendida e gli attori sono davvero convincenti, specialmente James McAvoy, autore di una performance davvero intensa, ma non basta... perché il problema risiede nella sceneggiatura. Troppo prevedibile e con alcuni "buchi" che non possono non infastidire.
Peccato, perché la trama prometteva veramente bene: Simon (McAvoy), che lavora per una prestigiosa galleria d'arte, è il complice dall'interno, di una banda di criminali capitanata da Frank (vincent Cassel) che ha progettato il furto durante un'asta di un capolavoro di Goya, "Le streghe in aria". La rapina fila liscia, tranne per il fatto che Simon, dopo aver subito un violento colpo alla testa, perde i sensi... e si dimentica dove ha messo il quadro! La banda, così, dopo aver appurato l'effettiva perdita della memoria da parte di Simon (che non confessa nemmeno sotto terribili torture) decide di ricorrere all'aiuto di un'affermata ipnoterapeuta (Rosario Dawson, la cui sensualità esotica in questo film è pienamente valorizzata), per provare ad accedere agli angoli più nascosti della mente di Simon, in modo da fargli recuperare il ricordo di dove diavolo ha messo quel quadro. La "Trance" che da il titolo al film, infatti, è proprio quello stato di coscienza alterato, con insensibilità agli stimoli esterni e dissociazione psichica in cui si trova un individuo sottoposto ad ipnosi...

Da questa interessante situazione, si sviluppa il film, che comprensibilmente procede su due binari: quello della realtà e quello confusionario della trance, che continuamente si intrecciano, si mischiano tra loro, confondendosi. E qui sta uno dei pregi: la capacità del regista di disorientare lo spettatore, creando quella perenne situazione di dubbio in cui ci si domanda se stiamo assistendo alle proiezioni dell'inconscio di Simon durante la trance, oppure al mondo reale. In questo, il tentativo di Boyle di indagare uno stato di coscienza così complesso è ammirevole. Ma i risultati, purtroppo, non sono buoni. Nella confusione che si genera il film perde di interesse e soprattutto, con l'andare avanti della trama, diventa sempre più prevedibile. Ed un thriller, se accade questo, è da considerarsi non riuscito a pieno, c'è poco da fare.

Le scene d'azione sono ottime, così come quelle erotiche... ma è proprio l'aspetto di giallo che viene meno. Risulta essere più un film di azione, quindi, piuttosto che un giallo e non penso che quello fosse l'intento del regista. Soltanto sul finale, dopo la 'soluzione del caso' il film riacquista spessore, con un'ultima scena davvero interessante che ci pone il quesito: <<E' meglio ricordare o dimenticare?>> che mi ha ricordato molto da vicino il finale di Shutter Island: <<Cosa sarebbe peggio? Vivere da mostro o morire da uomo per bene? >>. Il problema è che tale tematica, che nascondeva un enorme potenziale intrinseco, sino a quel momento, non è mai stata approfondita a sufficienza.

Resta perciò un grande rammarico, perché un tema affascinante come quello dell'ipnosi in mano ad un regista del calibro di Danny Boyle, poteva davvero diventare un cult indimenticabile, ed invece resta un thrillerino privo di personalità, che si può guardare se non c'è niente di meglio, ma che si dimentica facilmente. Una bella occasione, amaramente sprecata.