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LA VITA DI ADELE regia di Abdellatif Kechiche

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Badu D. Lynch     9 / 10  25/10/2013 15:56:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Il capolavoro tanto atteso : ora sappiamo che la vita non è un film, ma questo film è la vita!"
- Federico Pontiggia, il Fatto Quotidiano -

La Vie d'Adele è la storia di ogni spettatore. L'ultima fatica di Kechiche è una pellicola di una sincerità sconcertante : è un meraviglioso specchio filmico che riflette le gioie, le delusioni e le passioni sentimentali del pubblico ; è l'irruzione totale dei ricordi, la festa delle reminiscenze e, soprattutto, la manifestazione cinematografica della realtà passata, presente e futura ; è l'eternità di uno sguardo che sconvolge, che spoglia, che disinibisce, che libera. Il regista tunisino realizza una potentissima odissea amorosa, l'invasione definitiva delle emozioni nei confronti dello spettatore ; eccitazione e agitazione, il pubblico non ha scampo, è messo di fronte alle proprie debolezze, nudo, soggetto pulsante del dipinto in movimento di Kechiche. Ecco i sentimenti messi n esposizione, in mostra ; ecco il turbamento di chi osserva, di chi sente, di chi vive ; ipnotizzati dal proprio riflesso, è tutto davanti agli occhi di chi guarda, davanti al cuore di tutti. Confrontarsi, riscoprirsi. La Vie d'Adèle è un film ineluttabile, indispensabile nella sua naturalezza esistenziale ; è la scarnificazione del romantico, la purezza del sentimento ; è un'esperienza già vissuta nella vita quotidiana, immagini estrapolate dalla memoria di ogni uomo o donna, e impresse su pellicola : l'opera di Abdel Kechiche è prima di tutto un film nato nell'universo interiore di ogni spettatore, già presente nella mente e nel cuore di (quasi) tutti ; è la realtà collettiva che diventa film : un unico flusso emotivo che collega visceralmente immagini mentali e filmiche - un tornado passionale pronto ad abbattersi sulla fragilità del ricordo sepolto, che dorme, quello dietro l'angolo, che pulsa, fresco, che vibra.


Il vizio intrinseco dell'acqua, del Blu.

Il Blu dell'essere umano. Libero, senza inibizioni. La naturalezza della passione, inevitabile e perforante. Non si può respingere il cuore, l'attrazione, l'Amore. Liberi di amare, a prescindere dai vincoli sociali e religiosi, liberi da ogni tipo di oppressione vitale. La pesantezza irrefrenabile del Blu, il sentimento, la natura umana. Il Blu è l'infinito, profondo ed eterno nella sua delicatezza. Fatiscente ed immortale espressione dell'anima, il Blu. Il Blu del suo sguardo, che stravolge l'esistenza, dona la vita, speranza e perpetui dubbi con cui confrontarsi. Gli occhi magnetici, che capovolgano le castranti certezze, la falsità di ogni ordine prestabilito. Il Blu del magnifico e nobile disordine, dell'ipercinetico movimento coscienziale. Trepidazione. Il Blu dei suoi capelli, danzanti, in espansione nell'immaginazione fervida di Adele. Il Blu dei fumogeni, nei cortei, nel dichiarare ad alta voce la propria sessualità. Il Blu del cielo, in autunno, osservarlo come due fragili sognatrici, immerse l'una nell'altra - il bacio. Il Blu dell'arte, del dipinti che raffigurano la nudità dello spirito, del corpo, della presa di posizione ; il Blu che Emma dedica ad Adele. Il Blu pesante, inesorabile, fatale, degli occhi dell'altra, della gelosia viscerale ; il Blu delle porte, delle finestre della solitudine - spalancate. Il Blu violento, che rilascia lacrime dagli occhi, quegli occhi - l'ira. Il Blu del mare, così immenso e così vuoto, che tiene a galla la disperazione, la mancanza, il dolore che non affonda. Il Blu definitivo, della consapevolezza, dell'abito : il Blu è in lei, quello iniziatico, della svolta ; quello che le cambiò la vita, quello che non le si scrollerà mai più di dosso. Il Blu della presa di coscienza, il Blu che ora è pronto a rinascere, che in futuro sconvolgerà la vita di un'altra. Il Blu è il colore del proprio Io che prende forma, della propria sessualità che sta in piedi da sola. Il vestito Blu di Adele è emblematico. Il Blu è solo l'inizio, il Blu continua, il Blu è dentro e fuori. Il Blu è l'amore, è tutto - l'inizio e la fine, in eterno.

La Vie d'Adèle racconta una storia d'amore tra due ragazze, un amore totalizzante, senza aggettivi : tutto comincia dalla presunta certezza dell'eterosessualità della protagonista ; si passa poi allo sconvolgimento iniziale della propria dimensione sessuale - l'incrocio di sguardi con Emma, fatale ed iniziatico -, al manifestarsi dei desideri più reconditi di Adele che trovano il proprio sfogo attraverso la notte, di conseguenza mediante il sogno, in cui scoppia la propria sessualità latente, passando poi per l'incontro reale, carnale, in cui tutto sarà confermato, in cui tutto avrà inizio. Adele è pedinata straordinariamente, dall'inizio alla fine, dalla m.d.p. : una continua mobilità filmica, che si fonde con gli sguardi, con le movenze, con i sentimenti delle protagoniste di questa sensazionale vicenda. I primissimi piani sono sublimi, bellissimi : la trasparenza delle emozioni di Adele diventa tangibile ed è rappresentata in maniera divina. Il sentimento diventa palpabile : Adele si sacrifica completamente alla m.d.p., si concede al pubblico rendendo completamente palpitante questa incredibile avventura amorosa. In Cous Cous era la rotondeggiante pancia che si esibiva, danzando in maniera seducente ; simbolo di ciclicità, di vitalità, di speranza verso il futuro. In Venus Noire c'è un'impietosa danza deforme, massa carnale che si esibisce per dovere e non per piacere, simbolo di disumanità, solo per scopi economici, scientifici. In La Vie d'Adèle è la danza della vita che ha il sopravvento, si esibisce l'amore in tutte le sue sfaccettature, il sentimento è messo in primo piano e viene palesato in tutta la sua importanza e magnificenza, simbolo di totalità emotiva, passioni eterne ed effimere allo stesso tempo ; danzano gli occhi, i corpi, le labbra. L'immensità, l'apice di Kechiche. La Vie d'Adèle è la storia di tutti ; l'amore semplice, sincero, quello vero.
Badu D. Lynch  25/10/2013 16:10:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
*Abdellatif

Ho scritto "Abdel" : scusate.