Ciumi 9½ / 10 12/07/2009 08:34:49 » Rispondi Charlot è quasi sempre lo stesso. Il suo sorriso ha la dolcezza del miele. Ogni sua apparizione, però, è a suo modo memorabile. E in “Luci della città” ha un qualcosa di speciale. L’altalena tra gag esilaranti e dramma sentimentale è una sinfonia triste, dove, ad ogni nota gioiosa, ne segue una più malinconica… poi una dolcissima. La sua melodia è splendore. E il film ha l’incanto delle fiabe più belle. C’è un principe un po’ singolare (Charlot); e la sua bella (una povera fioraia cieca). C’è l’amore, ovviamente. Teneramente s’incontreranno, s’allontaneranno, a ruoli invertiti si rincontreranno poi per caso. E quelle mani che dapprima erano state le sole ad averlo veduto, accarezzano il principe, che nei sogni era azzurro, mentre qui appare come un ometto buffo ed insulso.. e si libera un sorriso che non ha pregiudizi, e dagli occhi, poi nel cuore, si scioglie un alito di pura commozione.