nocturnokarma 10 / 10 17/01/2013 22:40:36 » Rispondi Bergman chiude la "trilogia sul silenzio di Dio" con una dei film più suggestivi, dolorosi e riusciti che abbia mai visto.
Unendo il crollo dei legami di sangue (madre-figlio / sorella-sorella), all'incesto, alle pulsioni sessuali e una incomunicabilità con Dio e gli uomini, Bergman ricorre pochissimo ai dialoghi se non nell'ultima parte. E senza cadere nell'errore didascalico della fine di "Come in uno specchio" - instilla dubbi e domande, con un'atmosfera che - in alcune scene con il ragazzino - oggi definiremo Lynchiana unita ad un rigore formale che lascia ammirati.
Le due attrici sono inarrivabili nel rendere sia carnale che spirituale un dolore che non è solo metafisico (spiritualità e pulsioni umane si bilanciano), che la presenza di nani, camerieri e amanti nella sequenza del varietà-chiesa incornicia in un'atmosfera di perversione e sfuggente significato che non può lasciare indifferenti.