caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

IL SILENZIO regia di Ingmar Bergman

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
elio91     9 / 10  06/11/2011 23:06:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questo è un capolavoro e se non lo è poco ci manca, non ci sono storie.

Prima di tutto un consiglio, anzi un ordine: evitate la versione italiana per svariati motivi; i dialoghi sono infatti stati pesantemente cambiati di senso in molte scene, e alcune delle sequenze che rendono così bello e importante il film di Bergman sono state censurate vergognosamente (nonostante il consenso dello stesso regista).

In un villaggio straniero due sorelle e il figlio di una di loro sono costretti a fermarsi, dopo essersi sentite male per il caldo asfissiante. Carri armati si muovono col rumore sferragliante e pesante, la minaccia della guerra è onnipresente. Ma all'interno dell'albergo si consuma un'altra guerra: quella tra le due sorelle; una di loro è alcolizzata e vicina alla morte, l'altra (madre del bambino) ricerca avventure erotiche per poter rinfacciare il proprio disprezzo alla sorella. In mezzo a loro si pone il bambino, che osserva e non può fare nulla...
In un hotel surreale, con un cameriere anziano che parla una lingua strana e dei nani che passeggiano frequentemente per le sale, il bambino diventa testimone di una vicenda fatta di rapporti tesi come coltelli, ma alla fine perfino nel silenzio di Di0, e nella sua incomunicabilità, una parola uscirà fuori come un segnale, una speranza...

Perché mi è piaciuto tanto questo film? Sinceramente a caldo non avrei saputo dirlo. Non è di certo ottimista, anzi è cinema che trafigge e fa male, è molto crudele. Il fatto è che Bergman ha uno stile di avanguardia, qui in particolare, utilizzando scene grafiche incredibilmente esplicite sotto il profilo sessuale, in quanto il sesso è una componente fondamentale del Silenzio. E se la versione italiana è stata censurata in più punti, è incomprensibile capire come lo spettatore del periodo potesse apprezzare l'arditismo di sequenze come quelle del teatro, o dei seni e nudità della madre del bambino, o ancora l'accenno di incesto tra le due sorelle ("sono gelosa").
Non dico che sia un gran film perché esplicito, ma di certo riuscire ad essere spinti come il cinema al tempo mai era riuscito ad essere senza al contempo voler usare il mezzo cinematografico per scandalizzare ma solo per far riflettere è una virtù che solo Bergman poteva sfruttare in tal modo.
Uscire quasi devastati dall'esperienza del Silenzio servirà proprio a ricercare quest'ultimo e a riflettere, 49 anni fa come oggi e come in futuro.
è un cinema che non riesce proprio ad invecchiare.