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LA GRANDE BELLEZZA regia di Paolo Sorrentino

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nerio     8 / 10  06/03/2014 23:38:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh, io ci andrei adagio con i due e i tre a questo film…anche perché sarebbe sempre meglio argomentare per bene quali nefandezze così penose sono state compiute per meritarsi un voto così orrendo…che poi l'Accademy non sia la bibbia siamo tutti d'accordo, ma se molte personalità di indubbia statura, come i Coen e Scorsese, dicono che è un grandissimo film, beh, non è che Scorsese, forse il più grande regista vivente, sia prorpio un ignorantello in materia cinematografica…non voglio arrivare a dire delle due l'una, o sono scemi quelli dell'Accademy o sono scemi gli altri, ma votano quasi seimila persone di ogni nazionalità e di ogni estrazione e sempre nel mondo del cinema o della cultura…difficile pensare che siano loro ad essere tutti deficienti….che poi non sempre ci azzecchino sono d'accordo, e che ci sia un potente meccanismo di marketing è vero (anche se mi chiedo : conoscete un grande evento dove non ci sia questo meccanismo?)… però definirlo un film da 2 o da 1 mi sembra veramente fuori da ogni logica. Due lo si da quando il compito è fallimentare, anzi, è totalmente fallimentare…come è possibile definire uno schifo un film che ha simili suggestioni visive? Può non piacere, certo, anche a me non mi è mai piaciuto Mastroianni, e nemmeno Picasso con i suoi quadri strambi e assurdi, ma questo non significa che uno non sia un grande attore e l'altro un grande artista, evidentemente hanno caratteristiche che non incontrano i miei gusti, ma se sono arrivati ad estasiare milioni di persone evidentemente hanno dei meriti.
Anche la giustificazione del "Fellini (o dolce vita) era tutta un'altra cosa.." mi pare molto stucchevole e pelosa. La memoria corta è una delle ipocrisie più ricorrenti in noi italiani. Ai suoi tempi il film si beccò molte critiche negative. Alla prima di Milano il pubblico si irritò non poco a vedere una simile "******" come fu riferito dalle cronache. Un po' in tutti i settori della nostra povera Italia succede sempre questa ipocrisia <<Che pena questi politici, e pensare che noi abbiamo avuto un De gasperi..>> E beh, certo, veramente un grande statista, peccato che ai suoi tempi era considerato un debosciato e un venduto non solo dalle opposizioni ma anche dal suo partito…
In sostanza vorrei dire che è troppo facile parlare con il senno di poi, e soprattutto dimenticando,spero in buona fede, le cose sgradite solo per portare acqua al proprio mulino.
Io conclusione credo che, anche se fosse vero che <<… Sorrentino racconta il nulla,… solo autocompiacimento… noioso.. tutto senza senso…>> rimangono altri linguaggi sovrascritti che sono propri del cinema. Per esempio la fotografia, senza che per forza di cose ne sbilanci il messaggio come faceva notare qualcuno. Se Roma e le sue contraddizioni erano i veri protagonisti dell'apologo, la sua messa in scena, fotografica e scenografica, era da esaltare per risaltare. E poi la recitazione, dove il moderno Caronte, sempre a detta di scorsere ha fatto una recitazione "incredibile, non si riusciva a distogliere lo sguardo>>. Per esempio la musica, fortissima quella cafona (e le trombe messicane in mezzo alla festa dance erano la sublimazione del kitch) e morbidissima quella a commento delle scene di passaggio. C'è questa musica quando il ragazzo slavo adorna un tempio antico di fotografie da zero a quarant'anni, giorno per giorno. Quel momento di cinema è veramente grande cinema. Così intenso che da solo vale il prezzo del biglietto.
E in tutto questo sorge una domanda, ma chi sceglie la musica? Chi la assembla combinandola con la poesia delle immagini? Chi ha guidato Servillo? E il direttore della fotografia crediamo che abbia fatto tutto di testa sua? Un bel giorno è venuto sul set e ha deciso così…
Non scherziamo, io suggerirei di pensarci bene prima di dare voti che si potrebbero dare ai film di Alvaro Vitali. Ha le sue contraddizioni e i suoi punti deboli, ma sarebbe un po' meschino non riconoscergli il merito di un film dal respiro internazionale, un affresco grottesco di una insulsa civiltà decadente, indispensabile in una città eterna per definizione storica, ed eternamente sull' orlo del baratro che non si sa come riesce a sopravvivere, forse grazie ai suoi stessi monumenti magnifici e indifferenti, all'immenso potere temporale corrotto e salvifico al tempo stesso, a tutto insomma il suo carnevale.
E' un consiglio di buon senso, pensiamo un poco e valutiamo tutto prima di lasciar partire il dardo avvelenato, lo ripeto, non ha le caratteristiche di un film di Bombolo e della Fenech..(anche se un po' di scene di buon nudo le abbiamo viste..)
Scuderia2  07/03/2014 08:10:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bravo nerio.
felliniano  07/03/2014 00:20:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Complimenti,bellissima riflessione che condivivo pienamente.