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LA GRANDE BELLEZZA regia di Paolo Sorrentino

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valis     7½ / 10  27/05/2013 19:52:48 » Rispondi
opera meno riuscita di Sorrentino, dopo quattro capolavori come l'uomo in più, le conseguenze dell'amore, l'amico di famiglia e l'immenso divo e un film meno riuscito come this must be the place, arriva la grande bellezza.
La pellicola risente pesantemente della dolce vita di Fellini, tanto ve ne sono tantissime citazioni, ma qui sorgono i problemi. Ad un certo punto Servillo invita la Ferilli a vedere un mostro marino, evidente richiamo alla conclusione della dolce vita, mentre il regista inquadra il volto dell'attrice, come l'agnizione della morte. Da qui inizia un nuovo film, che vira verso il mistico, abbandonando il nichilismo delle due ore precedenti per cullarsi in una speranza di redenzione o resurrezione.
Mentre la dolce vita risulta coerente fino alla fine senza speranza alcuna, una caduta agli inferi del protagonista Rubini, annunciata dalla morte di Steiner, qui Sorrentino fa riferimento alla nostalgia, come strumento per riscattare il presente.
Nelle intenzioni il film doveva essere una rappresentazione del niente, tanto è vero che Flaubert viene citato ben due volte, però l'opera qui risulta incostante, non riuscendo a superare l'aporia strutturale tra nichilismo e pienezza insita nella sceneggiatura.
Ciò non toglie che dal punto di vista formale il film risulti perfetto, rappresentando in maniera realistica la decadenza e la putrescenza di una società italiana arrivata oramai al collasso, di cui le scene delle feste sono una riproduzione plastica.