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IL GLADIATORE regia di Ridley Scott

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kafka62     7 / 10  28/02/2018 09:54:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La presenza come produttore di Spielberg ne "Il gladiatore" si sente molto, specialmente negli eclatanti effetti speciali utilizzati per ricostruire l'antica Roma e nella sequenza iniziale della battaglia contro i barbari (solo nella fase che descrive l'eccitazione dell'attesa, però, perché lo scontro vero e proprio è girato con uno stile che ricorda di più lo step framing di Wong Kar-Wai). I miliardi e la tecnologia hanno rivitalizzato un genere, il peplum, che a Hollywood sembrava ormai morto e sepolto: con gli effetti digitali al posto delle scenografie di cartapesta e una sceneggiatura talmente versatile da poter essere trasposta, se solo lo si volesse, tanto in un film western quanto in un poliziesco o in un noir, il risultato è spettacolarmente ineccepibile e dignitoso. Certo, l'argomento della manipolazione delle masse per la conservazione o la conquista del potere avrebbe potuto, o magari avrebbe voluto nelle intenzioni iniziali dell'autore, offrire lo spazio a una disamina critica di un qualche spessore sociologico (da utilizzare almeno in un dibattito da cineforum), ma poi ha prevalso l'esigenza di non uscire troppo dai binari di una storia semplice al limite del semplicismo, piena di cliché da risultare quasi prevedibile, ed essenziale al punto da apparire a tratti lacunosa e poco verosimile, tanto sul versante narrativo (Massimo che, gravemente ferito, in poche inquadrature dalla Germania arriva nella natia Spagna) quanto su quello psicologico (la conversione di Lucilla in personaggio positivo). "Il gladiatore" è un classico film da Oscar, tecnicamente raffinato ed emotivamente coinvolgente, anche se in qualche momento avrei voluto che al posto del pur bravo Ridley Scott ci fosse stato uno Stanley Kubrick, sicuro che in quel caso mi sarei trovati di fronte a un vero capolavoro.