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IL GLADIATORE regia di Ridley Scott

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Spotify     8 / 10  25/04/2017 05:13:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Di questo film ne ho sempre sentito parlare un gran bene. Ovunque ho letto che si trattava di un vero e proprio capolavoro, di una pellicola imperdibile, di un'opera estremamente emozionante. Ebbene, dopo tanto tempo ho deciso di visionare "Il Gladiatore". D'altronde, da buon cinefilo non potevo certo prendermi il lusso di perdermi, quello che dalla critica è considerato come uno dei migliori lungometraggi degli ultimi 20 anni.
Se devo dire la mia riguardo il prodotto di Scott, dico che è si, una pellicola molto bella, tecnicamente sopraffina, dotata di diverse scene emozionanti. Tuttavia, per me, questo film non è un masterpiece. Perché la penso così? Innanzitutto si tratta di una pellicola che pur avendo una tecnica eccezionale, l'ho trovata poco sostanziosa. Bella fuori ma vuota dentro.
Perchè, parliamoci chiaro, tutta la storia ruota attorno alla vendetta di Massimo, il più forte dei generali romani, nei confronti del neoimperatore Commodo, il quale ha ucciso, di persona, prima il proprio padre, Marco Aurelio, il quale voleva dare il ruolo di sire a Massimo, e in seguito ha fatto uccidere tutta la famiglia del generale stesso. A questo punto, il valoroso condottiero finisce col diventare uno dei tanti gladiatori che si battono al colosseo e il suo unico obiettivo sarà appunto quello di uccidere Commodo.
Nulla di troppo originale quindi, e da un film del genere che alla regia porta il nome di Ridley Scott, uno si aspetta di meglio.
Ma c'è anche un altro motivo che mi ha spinto alle conclusioni sopracitate, e cioè, spero di non offendere gli amanti del film, che "Il Gladiatore" è un'opera commerciale. Una commercialata elegante, certo, però pur sempre una commercialata rimane. Perché bene o male, si capisce immediatamente l'andazzo della vicenda, e Scott allora, si butta solo ed esclusivamente sulla tecnica per compiacere lo spettatore. Eh no, mi spiace, ma per come la penso io, nel cinema va usata anche la testa, non basta solo la bravura dietro la cinepresa.
Poi, evidenti sono le influenze da Braveheart, uscito cinque anni prima. Ma tra questo film qui e quello di Mel Gibson, c'è una differenza abissale. Ecco, Bravehearth ad esempio è una pellicola che rientra nel filone del "Gladiatore", però li oltre alla tecnica c'è grande sostanza.
Detto ciò, andiamo ad analizzare nello specifico gli elementi dell'opera in questione.
Abbiamo un Russell Crowe strepitoso. Difatti, è grazie a lui se la pellicola si becca mezzo voto in più. Una performance davvero di altissimo livello, neanche stereotipata come si potrebbe pensare. L'attore neozelandese mette in mostra un carisma notevole, quando guida le proprie legioni alla battaglia fa venire i brividi. Poi caratterizza in maniera estremamente personale il proprio personaggio, non rendendolo mai scontato, anzi, lo spettatore non sa mai cosa aspettarsi dalle scelte del protagonista. Insomma, Crowe non rende Massimo un semplice gladiatore, ma bensì, lo arricchisce con tantissimi particolari. Le espressioni sono impeccabili e l'interpretazione dei dialoghi è magistrale. Da segnalare lo splendido doppiaggio di Luca Ward.
Tra gli altri attori abbiamo un grande Joaquin Phoenix, nel ruolo del meschino imperatore Commodo. Una recitazione davvero cattiva, il giovane interprete fa di tutto per farsi detestare dall'astante e ci riesce benissimo. Alcune espressioni sono fantastiche e l'esplicazione dei dialoghi è perfetta.
Bravissima anche Connie Nielsen, una performance davvero notevole.
La regia di Scott è come al solito straordinaria. Il regista di South Shields si conferma per l'ennesima volta un cineasta che, accanto alla tecnica, riesce ad associarci l'eleganza.
La messa in scena è imponente, maestosa. Innanzitutto Scott si avvale di una scenografia da urlo. L'antica Roma è ricreata in maniera assolutamente fantastica, tant'è che lo spettatore, attraverso le immagini della città eterna in veste arcaica, ha la possibilità di capire, di farsi un'idea di come era veramente l'attuale capitale d'Italia.
Poi il director sfrutta la location a suo piacimento. Si destreggia attraverso pazzesche inquadrature sul colosseo, riprese sui vicoli della città e così via. E tutto questo senza mai essere dispersivo. Il regista, sempre attraverso la scenografia, concepisce anche una bella atmosfera, si respira il clima polveroso della Roma antica.
E poi le battaglie nell'anfiteatro, mamma mia ragazzi, che roba. Scene di un realismo sconcertante, avvincenti, violente al punto giusto, tanto per far intendere quanto erano crudeli gli "spettacoli". Tutto è ricostruito senza la minima sbavatura.
Bellissimi i costumi, sono parte essenziale del tutto. Oscar sacrosanto.
La direzione degli attori è sublime, tutti calati benissimo nei rispettivi ruoli e ognuno è reso più che credibile. La caratterizzazione dei personaggi poi, è di alto spessore. Tutti i protagonisti sono estremamente affascinanti, ognuno ha qualcosa da dire, qualcosa che intriga lo spettatore. Da Massimo a Commodo, da Augusta Lucilla e Proximo. Soggetti carismatici e dotati di una grandissima personalità.
Il ritmo è incredibilmente dinamico. E pensare che io, manco ho visto manco la versione classica di 155 minuti, ma quella estesa. Quasi 3 ore che volano via, si viene letteralmente travolti dalla quantità di sequenze adrenaliniche, mentre al contempo, lo spettatore resta totalmente ammaliato dal carisma di Massimo. Oltretutto, la narrazione è molto solida, Scott non si perde mai in chiacchiere inutili ma va sempre dritto al sodo. Tutto ciò è anche merito di un montaggio con i fiocchi.
Non mancano delle ottime scene di suspense, ad esempio...


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Il finale è stupendo, uno dei momenti migliori della pellicola. Triste, spietato e crudele, meglio di così non si poteva fare.


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La fotografia si sposa bene con la location. I colori sono accesi e le tinte ocra contribuiscono a rievocare l'atmosfera di cui parlavo prima.
Altro elemento portante è la colonna sonora, divenuta subito famosissima. E' epica, solenne, si addice perfettamente allo stile della pellicola e contribuisce in prima linea all'enfatizzazione di parecchie scene. Un soundtrack favoloso.
Con la sceneggiatura tocchiamo invece il tasto dolente. E' una delle principali cause, se non la principale, dell'assenza di sostanza. Diverse situazioni sono ridondanti, spesso ci sono passaggi inutili, alcuni dialoghi altrettanto e così via. C'è l'impressione che si sia voluto allungare il brodo a tutti i costi. Per non parlare poi della prevedibilità, la maggior parte dei contesti sono facilmente intuibili. Forse solo l'epilogo riserva dei piccoli colpi di scena. Buona invece la stesura dei personaggi.

Conclusione: un film di indubbio fascino, comandato da un cast stellare e da una regia superba. I difetti citati però, limitano il prodotto finale. Bello, avvincente, avventuroso ma non un capolavoro, anzi, forse anche un po' sopravvalutato. Comunque l'8 non glielo toglie nessuno.