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FEDELE ALLA LINEA regia di Germano Maccioni

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Bakero     3½ / 10  20/07/2015 19:02:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A metà tra una puntata della soap spagnola "Il Segreto" e un documentario di Rai 3 sulla vita rurale nell'Appennino tosco-emiliano, "Fedele alla linea" è la storia del cantante più monotono e mono-tono della musica alternativa italiana, o meglio, è l'ennesimo pretesto di Ferretti Giovanni Lindo per espiare i propri peccati, racimolare quattro soldi e soddisfare l'ego smisurato che dimora nel suo esile corpicino. Già come urlatore dei ciii cii pi - come lo dice bene lui! - era di una noia mortale, figuriamoci quando si mette a pontificare su vita, morte e i mali del mondo, innamorato com'è di quella sua fastidiosissima voce da enunciatore del manuale per il perfetto baciapile.
Un uomo costantemente alla ricerca di qualcuno o qualcosa a cui aggrapparsi, comunista e punkettone ai tempi dell'egemonia del PCI e cattolico nella vecchiaia. Insomma, la tipica parabola esistenziale del borghese medio, nella quale qualsiasi àncora è buona, che sia ideologia politica o religione, Marx o Dio, pur di non guardare in quell'abisso tremendo che è la vita.
Io posso solo pregare per quei poveri cavalli, speriamo non ricevano il "trattamento" che simili pastori solitari, ormai anziani e problematici, riservano a tali creature quando sono lontani dagli occhi della comunità.
L'unica cosa davvero degna di nota è il basso di Maroccolo, quello dell'intro indimenticabile di "Forma e sostanza", che parte all'improvviso, così, spazzando via il grigiore di tutte le chiacchiere precedenti.