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IL GRANDE GATSBY (2013) regia di Baz Luhrmann

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     6½ / 10  23/05/2013 16:22:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E se fossi costretto ad ammettere che, nonostante le scarse aspettative, il Gatsby di Luhrmann mi è pure piaciuto? Proprio così. Come prevedevo un fumettone tronfio, ridondante, pacchiano, esagerato un trionfo del cattivo gusto e bla bla bla certo privo di sfumature (che a parte Romeo et Juliet sono totalmente assenti nel cinema di Luhrmann), non esaltante neanche sotto il profilo della recitazione (l'unico a salvarsi da tanto falso manierismo è l'attore che fa il meccanico cornuto) eppure... Luhrmann filma gli occhi verdi di McGuire come se fossimo in un cartoon della Walt Disney (eeh magari) e Di Caprio mi è parso ingessato ai limiti della caricatura non abbastanza cinico e propenso a mostrare solo un lato umano/sentimentale del personaggio. Eppure se mai nessuno è riuscito a rendere sullo schermo la complessità emotiva e morale del romanzo e del personaggio (un Citizen Kane da sogno lungo un giorno) la storia è talmente affascinante da costringere anche la prosopopea di Luhrmann a sedarsi, come effettivamente accade nel magnifico epilogo. E' la fiera delle vanità che decide vita trionfo e caduta di un Mito evanescente, che mette alla berlina il glamour che cerca solo un palcoscenico qualsiasi dove mostrare le proprie meschinità.
E in questo senso tutta la mise in scene di Luhrmann, il suo teatro plastificato delle illusioni i giochi dell'apparenza e di seduzione (memorabile la confessione di Gatsby a Tom sulla sua relazione con Daisy), tutto il gioco posticcio di Broadway che incontra Liberace che brinda a champagne con Ziegfield mentre si ascolta ottimo hip-hop e non (per esempio) Cab Calloway hanno un loro senso.
Una gigantografia ultrapop di un mondo decadente che esorcizza la paura dei propri fallimenti