ElleEsse 9 / 10 16/06/2013 10:32:34 » Rispondi Lo trovo un film molto sottile. Oltre alla denuncia sociale sull’uso degli psicofarmaci, realtà americana, dove vengono somministrati anche ai bambini per quello che viene definito _disturbo da deficit di attenzione e iperattività_ (ADHD) , quello che rende il film interessante è il ribaltamento tra carnefice e vittima.
Quando il marito esce di prigione, Emily comincia a non stare bene, e la cosa fa pensare che la causa sia lui. Da qui parte il discorso degli psicofarmaci, senza che nessuno indaghi sul perché la presenza di lui sia causa del malessere _malattia?_ di lei. Quando arriviamo a capire che lei ha architettato tutto fin dall'incontro, poi trasformato in relazione lesbo, con la psichiatra interpretata malissimo da Catherine Zeta-Jones, per poi arrivare ad essere internata e successivamente difesa da Jude Law con ricatti e contro ricatti, capiamo bene chi è il malato, e di una malattia, la peggiore, che porta la mente umana ad essere tanto perfettamente razionale da riuscire ad architettare un piano così elaborato. Che poi è la patologia classica dei serial killer, che dopo aver tenuto in scacco la polizia per anni spesso commettono appositamente un errore per farsi prendere, perché il gioco è finito….