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AL VERTICE DELLA TENSIONE regia di Phil Andel Robinson

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Dom Cobb     7 / 10  23/08/2015 19:18:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
I rapporti politici fra Stati Uniti e Russia vengono minacciati da una escalation di eventi che culmina nella detonazione di una bomba nel centro di Baltimora. In una frenetica corsa contro il tempo per dimostrare la verità prima dello scoppio di una guerra, l'analista della CIA Jack Ryan scopre che i diabolici burattinai dietro le quinte sono un gruppo di fanatici neonazisti...
Al quarto adattamento di un romanzo di Tom Clancy, la serie cinematografica sul giovane analista Jack Ryan si reinventa, abbandonando cast e troupe dei due film precedenti e modernizzando la fonte letteraria al contesto politico dei primi anni duemila. Il risultato è un thriller improbabile all'ennesima potenza, forse ancora più cervellotico del precedente Sotto il segno del pericolo, ma soprattutto molto, molto paranoico.
Il cast se la cava abbastanza bene, Ben Affleck non sarà l'attore migliore del mondo, ma riesce comunque a rappresentare in modo decente l'insicurezza e l'incrollabile onestà che caratterizzano un personaggio difficile da rendere credibile. Gli fanno da spalla un sempre ottimo Morgan Freeman e una discreta armata di comprimari, fra i quali spiccano il burbero Liev Shreiber e un Ciaran Hìnds dal volto di ferro e dalla parlantina russa impeccabile.


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La trama, come ho già accennato, si distingue per la sua natura estremamente cervellotica, e in questo ricorda molto il precedente capitolo della saga di Phillip Noyce; tuttavia, più volte ci si sposta su territori in cui è meglio gettare alle ortiche qualsiasi ipotesi di realismo, in specie nella seconda parte.


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I cattivi, in un certo senso, rientrano in questa ottica irrealistica, ma non me la sento di guardarli con occhio critico: il clima di paranoica tensione che si viene a creare nel corso della visione, aggiunto al fatto che i cattivi stessi sono quasi del tutto assenti, relegati a pochi minuti di apparizione sullo schermo, danno l'agghiacciante idea che una serie di disastri orchestrati da un gruppo di persone invisibili come nel film potrebbe (e dico potrebbe) costituire ben più di un'ipotesi irrealistica.
Nel complesso, non è niente di trascendentale, ma la sua natura al limite del fantathriller viene controbilanciata dall'atmosfera paranoica e da una regia ispirata. Per una serata a cervello spento va più che bene.