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ALLUCINAZIONE PERVERSA regia di Adrian Lyne

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stratoZ     8½ / 10  02/01/2024 21:18:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER


Credo non ci sia neanche bisogno di specificare che questo è di gran lunga il miglior film di Lyne e che effettivamente possiamo parlare di una “pecora nera” nella sua filmografia fatta di stili e argomenti totalmente agli antipodi da questa concezione di cinema. eppure, se “Jacob’s Ladder” rimane un caso isolato nella filmografia dell’autore, di sicuro ha una funzione ben più specifica all’interno della concezione del genere prendendo spunto dalla New hollywood e i suoi film antimiilitaristi riguardanti le sindromi post traumatiche dei reduci, certe volte con riferimenti anche espliciti, guardare l’intro in Vietman che potrebbe essere tranquillamente una scena tagliata di Apocalypse Now, ma allo stesso tempo anticipando quello che sarà un tipo di thriller molto in voga negli anni 90’ basato su dei racconti che sfruttano la narrazione soggettiva e i plot twist per indagare la mente dei personaggi.

Dalle varie linee temporali, il film inizialmente non da molti punti di riferimento, prendendo lo spettatore alla sprovvista, con quel mixaggio tra realtà e finzione che ci trasporta nel mondo allucinato di Jacob, con una rappresentazione di New York degradata e oscura, già la scena nella metro è incredibile al riguardo, ci trasporta subito nella nera psiche del protagonista, con le sue visioni horrorifiche e gli eventi che sembrano alternarsi continuamente, la regia di Lyne procede spedita e regala allo spettatore diverse sequenze di valore, senza mai strafare, rinunciando alla melensità e alla patina che solitamente caratterizza il suo cinema e concentrandosi nel rendere questo incubo il più allucinato possibile, la seconda parte se vogliamo con tutta l’investigazione al riguardo di questi eventi successi in Vietnam di cui i personaggi non hanno alcun ricordo aumenta la dose di paranoia, accresce esponenzialmente l’inquietudine trasmessa da quelle forze oscure ed ineluttabili che tormentano il protagonista e cercano l’insabbiamento, questa è la metaforica rappresentazione di Lyne di un’istituzione militare animalesca e oscurantista, dopo questi presunti esperimenti sui soldati per aumentare la loro rabbia e portarli ai più barbari istinti primordiali.

E poi c’è la scena del fatiscente ospedale psichiatrico, che colpisce diretta negli incubi più nascosti di ogni spettatore, un momento semplicemente straordinario per inquietudine, terrore, paranoia e componente allucinatoria, il protagonista, così come lo spettatore, si ritrova in una voragine senza via d’uscita, che potrebbe rappresentare sia la guerra che la psiche stessa dopo questi eventi traumatici, trovando liberazione soltanto, una volta rassegnato, con la morte.

Dalla componente visiva estremamente oscura, Lyne regala un film nero come la pece, girato prettamente in penombra con una messa in scena dal fascino fatiscente e man mano sempre più lisergico, giocando tanto oltre che con una regia ispiratissima nei suoi deliri, anche con un sonoro straordinario che regala una totale immersione nelle sensazioni e nel disorientamento del protagonista, tra l’altro, c’è da dire, un Tim Robbins in formissima.

Purtroppo Lyne non toccherà mai più queste vette, anzi a mio parere dopo, cadrà parecchio in basso, ma questo film è una perla assoluta.