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GOZU regia di Takashi Miike

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Edgar Allan Poe     8 / 10  30/12/2010 19:36:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Miike rifiuta la sua solita violenza fisica per utilizzarne in questo film una più psichica. Film che è un po' lynchiano, soprattutto negli ultimi minuti, e ha dei personaggi che fanno un po' pensare a Myazaki ("La città incantata"), così come le ambientazioni. Di Miike, insomma, ce n'è ben poco. Comunque non vi sono alcuni dei suoi "temi ricorrenti", come il sadismo. La trama è abbastanza strana, i personaggi principali sono una delle poche cose che ricordano un po' il regista, e mi riferisco in particolare al suo lavoro "Ichi the killer", dove, anche in questo caso, i protagonisti sono Yakuza. Anche la pazzia è un elemento che può forse ricordare altri lavori del cineasta giapponese pazzia; questa si ha nel "fratello" del protagonista. Il boss è un personaggio abbastanza a sé, così come la sua

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carica di ironia e comicità. E tante altre sono le cose da commentare: il parto finale, abbastanza inverosimile, il rapporto fra la padrona dell'"albergo" in cui alloggia il protagonista e il fratello di lei (personaggi entrambi molto strampalati), lo strano personaggio con il volto per metà bianco… insomma, l'opera si può scomporre in minimi particolari, particolari che possono essere analizzati ad uno ad uno in maniera abbastanza dettagliata. Tutti questi elementi sono di natura abbastanza strani e anormali: nella realtà difficilmente potrebbero esistere. Anche loro hanno qualcosa di lynchiano: diciamo che sono realizzati per metà, vanno a creare in ogni spettatore dei diversi stati d'animo, e non sono quindi giudicabili oggettivamente: vengono cioè interpretati da ognuno in maniera diversa. Tutti provengono dalla mente dell'autore, che sprigiona qui la sua creatività e racconta una storia impossibile da verificarsi nella realtà. Anche la stessa trama è, come gli elementi dell‘opera, da interpretare molto. Tutto il film è da interpretare. E impossibile da giudicare oggettivamente.