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PAT GARRETT E BILLY THE KID regia di Sam Peckinpah

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8½ / 10  30/09/2019 07:15:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nei film di Peckinpah la morte ha qualcosa di epico, di struggente, persino di esorcizzante e non fa eccezione in questo film, dove si racconta in più occasioni il "passaggio a miglior vita" con Toni elegiachi e con un'esenplare dignità. Il film è meraviglioso, per la fotografia, i dialoghi, la regia, gli interpreti e un paio di illustri comprimari del genere. Certamente rozzo, misogino come tutto il cinema di Sam, ma arricchito da una cupa poesia che lo rende magnetico e affascinante. Colpisce nella sua modernità (sne ricorderà uno degli ultimi Tarantino) ma senza inficiare le regole del western classico. Nichilista e cinico come un'altro grande film di un anno prima, "L'uomo dai sette capestri" di Huston. Interpretato fra l'altro da un musicista diventato più celebre come attore (Kristofferson) e da un musicista che in rari casi ha recitato come attore.