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MY FAIR LADY regia di George Cukor

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steven23     8 / 10  09/10/2014 16:40:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Credo uno degli ultimi film del "regista delle donne", il quale non solo si porta a casa il suo primo e unico Oscar, ma riesce persino a dirigere la Hepburn dopo svariati tentativi non andati a buon fine. Diciamo una fortunata coincidenza dato che la parte sarebbe spettata alla Andrews, avendo già interpretato Eliza nel musical di Broadway; un po' di confusione e l'eventualità di perdere il ruolo non a scapito della stessa Andrews (alla quale voleva lasciare la parte), ma della Taylor convinsero Audrey ad accettare la parte.
Divagazioni a parte credo sia meglio tornare al film. Anzitutto parto col dire di averlo visto sia nella versione originale (prima) che in quella doppiata... beh, la differenza è semplicemente abissale, e non parlo solo del fatto che alla Hepburn abbiano dato un accento alla "Lino Banfi" (non si può veramente sentire), ma mi riferisco anche alle canzoni, alcune letteralmente rivoltate del loro significato originale, altre di una stucchevolezza quasi irritante.
Cercando quindi di ignorare la versione doppiata beh, che dire... mi sono trovato di fronte a un musical di una grandiosità e di uno sfarzo veramente notevoli... scenografie e costumi sono assolutamente divini, e Cukor dirige il tutto con la sua solita, impeccabile maestria. A proposito di scene d'impatto, senza dubbio una delle più importanti rimane quella all'ippodromo la quale, oltre a colpire a livello visivo, mostra una non tanto velata critica all'alta società.
Nell'insieme direi che risulta splendida tutta la prima parte della pellicola... ricca di satira, humor e dominata da una coppia protagonista in letterale stato di grazie. Purtroppo la seconda finisce col calare un po', sia a livello di contenuti che di ritmo, arrivando a un finale che, per un film di quasi tre ore, ho trovato davvero troppo affrettato. Probabilmente non mi sarei soffermato così a lungo sulla figura del padre di Eliza e avrei approfondito di più proprio la parte finale.
Per quanto riguarda il cast, invece, è dominato dal duo Harrison-Hepburn... e non potrebbe essere altrimenti. Lui è clamorosamente fantastico nel tratteggiare alla perfezione il suo personaggio (da notare l'enorme preparazione che richiedeva un ruolo come quello del professor Higgins) e si porta a casa un Oscar assolutamente meritato, mentre Audrey ruba completamente la scena ogni qualvolta la macchina da presa si sofferma su di lei e sul suo viso angelico. Per non parlare dell'effetto che provoca una volta passata da venditrice di viole a dama dell'alta società... i due abiti che indossa prima all'ippodromo, poi a palazzo la rendono (insieme alla sua classe immensa) di una bellezza regale. Senza ovviamente dimenticare il resto... sì, perché non c'è solo bellezza e classe: c'è anche un incredibile talento nell'immedesimarsi alla perfezione del suo personaggio e c'è un'espressività così diversa da quella di molte altre grandissime attrici che l'hanno preceduta ma, allo stesso tempo, ugualmente efficace e irresistibile. E, sia chiaro, non credo che questa sia una delle sue interpretazioni migliori... ha fatto meglio l'anno prima in "Sciarada" e farà meglio tre anni dopo ne "Gli occhi della notte"... così, giusto per avere un'idea di quanto sia stata dannatamente brava!!
Il resto del cast finisce quindi per essere oscurato dalla coppia protagonista... tra i tanti direi che spicca comunque un simpatico White nel ruolo di Pickering e Holloway in quello del padre di Eliza... anche se, come già detto, non vedo una grossa utilità del personaggio ai fini della vicenda.
Dom Cobb  29/05/2018 00:49:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Giusto per curiosità, se ti fossi trovato nella posizione di dover adattare il film per la versione italiana, la Hepburn come l'avresti fatta parlare? L'accento sarà anche fastidioso, ma 1) è una cosa intenzionale, sono certo che lo è anche in inglese; 2) ha senso nel contesto della versione in lingua nostrana, dove per ovvi motivi non possono farla parlare in inglese. E per quanto riguarda la traduzione delle canzoni, onestamente non ci ho trovato niente di male, anzi: posto che nessuna traduzione conterrà mai al 100% lo stesso livello di sofisticatezza dell'originale, ritengo sia il meglio che abbiano potuto fare. Anche se mi chiedo cosa avrebbe fatto un Roberto de Leonardis con materiale del genere...