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V/H/S/2 regia di Simon Barrett, Jason Eisener, Gareth Evans, Gregg Hale, Eduardo Sánchez, Timo Tjahjanto, Adam Wingard

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  02/02/2016 10:47:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Rispetto al primo film il passo in avanti è indiscutibile. Palese la maggiore cura messa in campo per giungere ad un prodotto privo delle magagne che rendevano V/H/S appena accettabile. Per cui più coesione narrativa, più originalità, regie meno incasinate, anche se l'effetto mal di mare non viene di certo accantonato (e mi pare anche giusto, visto che trattasi pur sempre di found footage), e un episodio in meno a tentare di eliminare i tempi morti. Ne esce un'antologia decisamente più apprezzabile, seppur il segreto del successo stia tutto nell'episodio intitolato "Safe Haven", vero gioiellino inquietante.
Più qualità quindi e meno quantità, con una cornice anche questa volta a fare da collante.

Tape 49 (Cornice)
Due investigatori si mettono sulle tracce di uno studente scomparso da alcuni giorni. Finiscono in una casa apparentemente abbandonata dove trovano numerose videocassette, come nel primo film si convincono a guardarle non sapendo di essere in grave pericolo.
E' il segmento più debole, forse anche perchè inframezzato. Si aggancia con il primo film e fornisce una cruda sequenza splatter nel finale.
Voto 6

Phase i clinical trials
A Herman viene impiantato un occhio bionico dopo un incidente d'auto. Questi però comincia a vedere cose strane, per l'esattezza fantasmi piuttosto bellicosi. Uno spunto molto abusato nel cinema (la parte anatomica sostituita che costringe ad entrare in contatto con qualcosa di soprannaturale), tutto sommato reso passabile da un incedere piacevole e senza particolari sbavature. Il protagonista è Adam Wingard, anche regista del corto in questione.
Voto 6.5


A ride in the park
Si rivede Eduardo Sanchez dietro la mdp (che insieme a Daniel Myrick lanciò di fatto il genere con l'indimenticato "The Blair witch project")
Una giornata come tante, un giro in mountain bike con telecamera montata sul casco. Peccato che il parco prescelto per la pedalata pulluli di zombie, e anche il nostro protagonista si tramuterà in uno di essi. Si seguono così, in versione POV, le peripezie del novello cadavere ambulante mentre ne combina di ogni. Originale e simpatico, anche se con un finale piuttosto mesto.
Voto 7

Safe Haven
Ed eccoci al migliore in assoluto. Il corto di Timo Tjahjato e Gareth Evans (quest'ultimo autore dei due notevolissimi "The Raid") è ambientato in Indonesia, presso una setta di fanatici dediti ad un culto misterioso. Un gruppo di ragazzi attrezzati con svariate telecamere, in cerca di un clamoroso scoop, si insinua nella struttura in cui gli adepti convivono sotto le inquietanti direttive del loro capo. Finirà in un massacro tra deliri splatter, situazioni grottesche, un pizzico di humor nero ed una violenza per nulla trattenuta tra grande tensione e ritmi sostenutissimi. Pare "The Sacrament" di Ti West in versione parossistica.
Voto 8.5

Slumber party alien abduction
Potrebbe essere l'incubo partorito in una notte agitata da Steven Spielberg. Un gruppo di ragazzini è intento a passare una giornata di divertimento tra scherzi d'ogni genere e invenzioni astruse. Questo finchè non giunge la notte e con essa un gruppetto di alieni tutt'altro che amichevoli. Jason Eisener propone un lavoro molto colorato, in cui cromatismi e suoni danno vita ad una sorta di scifi-horror psichedelico di buon livello nonostante le creature spaziali abbiano fisionomie scontate.
Interessante il modo di ripresa scelto, è un cagnolino con telecamera posta sulla pelosa capoccina a far da testimone.