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LO HOBBIT - LA DESOLAZIONE DI SMAUG regia di Peter Jackson

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Dom Cobb     10 / 10  11/01/2014 14:03:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Braccati dagli orchi comandati dal crudele Azog e del di lui figlio Bolg, i tredici nani alla guida di Thorin Scudodiquercia e lo Hobbit Bilbo Baggins continuano il loro viaggio verso la Montagna Solitaria: dovranno vedersela con il misterioso mutaforma Beorn, pericolosi ragni assassini, gli Elfi del reame boscoso e il loro ambiguo sovrano Thranduil, l'ostile popolazione di Pontelagolungo e con l'Eccellente e Massima Calamità in persona, il drago Smaug. Nel frattempo, lo stregone Gandalf si reca alla fortezza abbandonata di Dol Guldur e lì scopre che un antico nemico creduto distrutto è in realtà sopravvissuto e sta chiamando a raccolta forze oscure per creare un enorme esercito e lanciare un attacco alla Terra di Mezzo...
Probabilmente, molti troveranno il mio voto esagerato, così come potrebbero trovare esagerato l'entusiasmo che provo nei confronti di questa trilogia, ma la verità e che non solo trovo questo secondo episodio superiore al primo, ma forse anche uno dei migliori fantasy mai prodotti per il grande schermo. Questo perché riesce a fare ciò che un fantasy di qualità dovrebbe fare, ossia intrattenere con una magnifica confezione ed intrigare con un accattivante contenuto.
Rispetto al precedente "Un viaggio inaspettato", questo seguito innanzitutto si presente molto più spedito nel ritmo, molto più ricco di eventi di un certo peso e, soprattutto, molto più dark. Così dark, in effetti, come nessun altro film tolkieniano aveva mai osato essere prima d'ora.


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Inoltre, fatto forse ancora più importante, bisogna notare che questo secondo tassello di un'operazione tanto controversa trattasi di un film lungo due ore e quaranta, ma che questo considerevole lasso di tempo passa che è un piacere: la maggior parte del tempo, infatti, accade sempre qualcosa che suscita interesse, che si tratti di una concitata sequenza d'azione o un momento di riflessione per un personaggio. E qui, secondo me, sta la genialità di Peter Jackson: creare una trilogia da un libro di poche centinaia di pagine avrebbe potuto ritorcersi contro i propositi dei produttori di fare cassa dando vita a un prodotto indecente, ma con Jackson alla regia, che capisce come gestire personaggi allo stesso modo degli effetti speciali, dobbiamo ringraziare che solo in rari momenti lo spettacolo si faccia forzato. E questo mi sembra già un mezzo miracolo.


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D'altra parte, è anche vero che, per gran parte del film, nessun evento in particolare risulta estremamente mozzafiato o da strapparsi i capelli per quanto è reso bene, e di tanto in tanto qualche lamentela è più che giustificata, come ad esempio uno o due tagli di troppo dalla versione cinematografica


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e, in generale, un certo abuso di effetti speciali forse neanche della qualità migliore, a scapito di un po' di spazio in più da riservare ai personaggi.


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Non sto dicendo che i personaggi non sono ben caratterizzati, anzi, in varie scene ci viene mostrato ciò che pensano, ciò che sentono e cosa provano; a tal proposito, le prestazioni di Richard Armitage e di Martin Freeman sono del tutto congeniali alla direzione che il regista decide di far prendere ai loro rispettivi personaggi. Resta, comunque, il desiderio di poter spendere un po' più di tempo dedicato a loro: ma è anche vero che, con un tale numero di personaggi tutti della stessa importanza, la cosa è tutt'altro che facile a farsi, e il fatto che si sia riusciti ad ottenere il risultato che vediamo è un'ulteriore prova della bravura di Peter Jackson.
Tuttavia, ogni perplessità sollevata nella prima parte del film viene lentamente dissipata dall'incontro dei nostri con Bard l'arciere, fino a scomparire del tutto di fronte a quello che è, senza ombra di dubbio, l'unica vera star del film, ossia quel drago Smaug che è destinato a diventare, per realizzazione tecnica e caratterizzazione della personalità, ciò che Gollum è stato per la prima trilogia: mentre ci è negata l'originario timbro vocale da brividi di Benedict Cumberbatch, in compenso veniamo allietati dall'altrettanto portentosa prestazione di un maestoso Luca Ward, forse qui alla sua prova migliore in tutta la sua carriera. Autentica fonte di ammirazione, timore reverenziale e simbolo dell'assoluta ed incondizionata avidità, forse addirittura metafora di ciò che Thorin e Bilbo rischiano di diventare a forza di concentrarsi sui loro rispettivi "tesori" (l'Archegemma e l'Anello), Smaug è senza dubbio il più inquietante, il più maestoso, il più perfetto drago mai messo su celluloide, addirittura migliore del Draco di Dragonheart o dello Sdentato di Dragon Trainer. E' lui la ragione per cui questo film viene d'improvviso proiettato a un livello che, a mio parere, neanche la trilogia originale riesce ad eguagliare (sarà la mia venerazione nei confronti dei draghi...). In effetti, tale è il caleidoscopio di emozioni che circonda l'apparizione del drago che perfino le scene che hanno Gandalf come protagonista, per quanto ben realizzate ed emozionanti, ne vengono oscurate.


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Fra gli aspetti meno entusiasmanti della pellicola, oltre al già citato eccesso di CG, forse solo la canzone dei titoli di coda, a conti fatti poco ispirata e poco in tono con le atmosfere cupe che il film veicola con tale efficacia. Non me la sento, invece, di condannare il "cliff-hanger" finale, che anzi reputo uno dei momenti migliori di tutto il film per come lascia il pubblico in aspettativa e, soprattutto, per come sa emozionare in vista di ciò che l'ultimo film ci riserverà.
In conclusione, "La desolazione di Smaug" è un film da vedere, poiché nel suo genere è uno dei più riusciti e più curati. Qualche momento di incertezza viene del tutto oscurato dall'immensità dei pregi e il finale, per quanto tagliato con l'accetta, lascia pienamente soddisfatti di quanto si è visto finora. Adesso non ci resta che aspettare un altro anno e vedere come andrà...


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Vlad Utosh  11/01/2014 15:34:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'eccesso di CG ormai è una costante nel cinema odierno...ahimè
Dom Cobb  12/01/2014 21:55:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non sempre, per fortuna. Ci sono alcuni film che preferiscono farne a meno: i film di Bourne, Mission Impossible e 007 li usano solo quando strettamente necessario. Poi, anche alcuni film Marvel sfruttano gli effetti speciali sicuramente meno di quanto fa Peter Jackson qui...
junior86  13/01/2014 16:15:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il finale tagliato con l'accetta è presto spiegato: inizialmente i film dovevano essere 2.
Decidendo successivamente di farne 3, non hanno avuto tempo (o voglia) di creare un finale degno di nota per il film del mezzo.
Mi riesce davvero difficile credere che qualcuno dia 10 a sto film. Non è spazzatura, ma già 6 è un voto regalato per me.
La scena di Tauriel che ruba la pianta athelas al nano e dice tutta pateticamente orgogliosa "Io lo salverò!!" mi stava facendo uscire dal cinema!
Inoltre sembra girato frettolosamente e senza cuore. Troppe scene d'azione inutili e totalmente in digitale, Legolas con sti occhi color azzurro ghiaccio (perché? PERCHE'?????), Smaug che fiuta un hobbit invisibile e non fiuta 10 nani che sono a 5 metri sotto di lui!!
Certe scene sono imperdonabili.
E bada che son uno che ama LOTR e ha apprezzato abbastanza un viaggio inaspettato (gli ho dato 7 e mezzo)
carsit  13/01/2014 18:22:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Legolas che si guarda il naso sanguinare e si inc.azza ancor di più !?!??! ahahahahahhahaha
Dom Cobb  14/01/2014 21:09:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Guarda, ho letto un'intervista, poco tempo fa, in cui Peter Jackson spiegava che, se i film fossero stati due, il primo sarebbe finito con l'inquadratura di Bard l'arciere che punta l'arco contro i Nani. Detto così, ho l'impressione che sarebbe stato un finale ben peggiore di quello che invece abbiamo qui. Senza contare che il finale di questo seguito è molto simile alla fine di un capitolo del libro, quindi in qualche modo ci sta.
Poi, il momento con l'elfa che dici tu è appunto uno di quei (pochi) momenti in cui l'intera faccenda mi sembrava forzata. Ma la ragione per cui la storia d'amore non mi disturba tanto è che posso capire perché ce l'hanno messa: non so se, a fine visione, mi sarei sentito veramente appagato senza una sia pur minima presenza femminile.
Inoltre, anche nel Signore degli Anelli hanno ampliato il ruolo di Arwen: lei, nel libro non faceva che una brevissima comparsata alla fine del terzo libro (mi sa che Frodo la nota anche poco prima del Consiglio di Elrond, ma lì lei non dice una parola), e il suo personaggio era bene o male inesistente. D'accordo, quello era un personaggio già esistente, ma anche a lei concedono un sacco di spazio, e la differenza con Tauriel è che Arwen, fondamentalmente, negli ultimi due film non fa un accidenti di niente, mentre Tauriel è partecipe agli eventi della storia.
Ecco perché non mi scandalizzo molto.
Dom Cobb  21/04/2014 14:57:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A proposito, me lo sono rivisto, e l'elfa non dice: "Io lo salver", ma "Sto per salvarlo", e neanche in modo così "pateticamente orgoglioso" come dici tu.