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GUINEA PIG: MERMAID IN A MANHOLE regia di Hideshi Hino

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  02/03/2017 10:03:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il Guinea Pig che non ti aspetti, quello dove la violenza è praticamente inesistente e il romanticismo -seppur psicotico- regna. Ovviamente trattandosi della famigerata serie nipponica non possono mancare lo splatter e immagini disturbanti, qui rappresentante da un corpo in veloce disfacimento, zeppo di tumori e pustole ributtanti, abitate da una nauseante quantità di vermi e larve. L'organismo marcescente è quello di una sirena, della quale si invaghisce un pittore vedovo. L'uomo trova la creatura mentre bighellona nelle fogne della città, un posto strettamente legato alla sua giovinezza dove scorreva un limpido fiume quando lui era bimbo.
Il legame tra i due si fortifica nel momento in cui il pittore decide di ritrarre la sua musa morente, in un folle connubio tra arte e orrore, dove il corpo della sirena assume le fattezze della morte ma anche - incredibilmente- dei colori miscelati casualmente sulla tavolozza.
Rispetto ai primi tre capitoli la violenza gratuita è assente, oltre al lato meramente disgustoso c'è una storia d'amore a tenere banco con quel finale a sorpresa che aggiunge punti. La pecca maggiore sta nella durata, a mio parere un minutaggio inferiore avrebbe reso ancora più incisivo il lavoro di Hideshi Hino.