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NO - I GIORNI DELL'ARCOBALENO regia di Pablo Larraín

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benzo24     7½ / 10  06/06/2020 18:54:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La sceneggiatura del film è tratta dalla pièce teatrale El plebiscito di Antonio Skármeta.
Nel testo si raccontano le vicende della costruzione di quella incredibile campagna referendaria. Il protagonista è il pubblicitario che la organizzò, René Saavedra: cinquantenne, idealista, felicemente sposato, impegnato politicamente etc. Ma Larraín e il suo sceneggiatore decidono di scompaginare le carte. Si inventano un protagonista di tutt'altro tipo (interpretato da Gael García Bernal): giovane, carrierista, lavoratore entusiasta di una multinazionale, non impegnato politicamente, in crisi di coppia.
Il René di Larraín ha come unico obiettivo il raggiungimento della massima efficacia della campagna e per fare questo è deciso ad importare il linguaggio della disimpegnatissima pubblicità americana degli anni Ottanta. La sua campagna è un jingle commerciale a metà tra "meno male che Silvio c'è" e una pubblicità del Mulino Bianco.

All'inizio i partiti di sinistra sono inorriditi: vorrebbero utilizzare gli spazi elettorali per denunciare i crimini del regime, ma si sa che col piagnisteo e la controinformazione non si va da nessuna parte.
La campagna del No sarà così la costruzione di un'idea di felicità, spensieratezza, ottimismo, proprio come le pubblicità degli anni Ottanta.
Nessuno scontro col nemico, nessun conteggio delle migliaia di vittima delle torture e degli omicidi di stato (se ne calcolano 30mila nei 17 anni di dittatura militare). La strategia funziona e la vittoria sarà insperata. Il Cile si getterà alle spalle il periodo più buio della sua storia.

Nel finale il protagonista e il suo capo si ritrovano a lavorare a una pubblicità di sconfortante vacuità, gli occhi di uno straordinario Gael García Bernal fissano sconcertati l'immagine che ha di fronte a sé.
Si tratta di un fotogramma simbolico che racchiude nella sua grande potenza evocativa il vero succo politico dell'intera operazione diretta da Larraín: abbattuta la dittatura di chi aveva trasformato un intero popolo in un immenso gregge di pecore terrorizzate dalla brutalità del bastone, inizia adesso il viaggio nei meandri di un'altra dittatura, molto meno violenta e repressiva ma ben più subdola e difficile da combattere perché abilissima nel convertire le sue vittime in creature lobotomizzate incapaci di vedere la verità aldilà della spazzatura dell'immagine. Benvenuti cioè nel paradiso del consumismo.