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VIVA LA LIBERTA' regia di Roberto Andō

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7½ / 10  18/02/2013 18:00:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Qui il cerchio si chiude: sulla Giornata dell'onorevole di Risi e sugli Onorevoli di un'altro celebre film, su Todo Modo e sul deputato di Palombella Rossa, sul Divo di Sorrentino e sui Portaborse di Luchetti, sul Moro rivisitato da Bellocchio, e altro ancora. Forse però non ho colto tutta l'innovazione o perlomeno l'irriverenza di questo cmq. magnifico ritratto di politica nostrana contemporanea. I referenti a Sciascia e Pasolini inducono a pensare che il bisogno di rinverdire i fasti del cinema civile sia una traiettoria ben studiata. Vincono le elezioni, ma solo al cinema, proprio gli autori che raccontano (non è un grosso sforzo di questi tempi) la miseria della nostra classe dirigente. E' questo il punto: può essere credibile un film che riabilita la follia come elogio della ragione (il contrario dei codici prestabiliti) come invettiva Grillina e salutare del malcontento popolare (v. il politico che si autoaccusa)? Fosse stato l'ingenuo giardiniere Peter Sellers lo avremmo amato ugualmente? Eppure il film di Antò va segnalato eccome, sia per il perfetto tempismo (dimissioni del Pontefice per esempio) che per la capacità di raccontare alla perfezione la desistenza degli elettori di sinistra, ha colto proprio quegli stessi elementi che aveva giustamente messo in risalto il Nanni Moretti di vent'anni prima... la "tarda separazione" con una generazione che non sa piu' a chi dare il proprio voto a pochi giorni dalle elezioni, come nel comizio del "finto" onorevole in piazza San Giovanni, specchio dei tempi, profano nella sua involontaria (o concreta?) anarchìa