Jolly Roger 7½ / 10 01/03/2015 00:36:00 » Rispondi The Sacrament è un film che ti spiazza completamente, soprattutto se quando lo guardi non conosci assolutamente niente di esso. La sorpresa sarà immensa. Non tanto con riferimento alla bellezza del film, ma al suo contenuto. Malgrado quindi il mio non sia un commento spoileroso, suggerisco a chi ci capitasse sopra di smettere di leggerlo!…E anche di non leggerne nessun altro, davvero. Il film rende meglio se si ignora completamente l'argomento che tratterà, perché in tal modo ci si libera la mente da ogni aspettativa e da ogni pregiudizio e soprattutto si rimane colpiti da quella specie di "realtà parallela" con cui si viene a contatto, una realtà affascinante ed atroce allo stesso tempo. Una realtà fatta di persone come le altre, anzi…di persone un po' diverse, perché hanno avuto grossi problemi nella loro vita (droga, emarginazione, povertà) ma il loro dolore, le loro sfortune e la loro vita - così ingenerosa – hanno trovato una risposta nelle parole del Padre: una specie di guida spirituale che ha creato un vero e proprio paradiso in terra, una comunità religiosa chiusa e autarchica, dedita alla preghiera e ai mestieri della terra, che abita in un luogo sperduto ed inaccessibile. La comunità di Eden Parish. Per entrare in Eden Parish, i tre protagonisti – inviati di una tv privata che vogliono realizzare un servizio sulla comunità – saranno scortati da guide armate, personaggi loschi che sono agli ordini diretti del Padre e vigilano sulla comunità. Ad Eden Parish, le persone della comunità (circa duecento) vivono nella serenità più assoluta. La pace, la preghiera, la solidarietà regnano ovunque. I protagonisti, intervistandoli, sono inizialmente diffidenti verso una realtà così diversa, così lontana dalla società occidentale moderna – improntata su tutt'altri valori, quali il danaro, la carriera, il successo, l'apparire, la competizione eccetera. Tuttavia, più stanno lì a contatto con questa gente e più si convincono che questa gente vive in una condizione di assoluta gioia. Questa gente, che prima di entrare ad Eden Parish ha donato tutti i propri averi al Padre, non rimpiange affatto la vita che ha abbandonato. Essi sono felici. Ma….è reale tutta questa felicità? Cosa si nasconde davvero sotto questa patina di serenità? Davvero le persone non vogliono tornare indietro?!
La realtà ha superato le peggiori fantasie. L'orrore presentato da questo film è molto minore, in qualità ma soprattutto in quantità, di quello che è stato l'orrore reale.
Il Massacro della Guyana, a Jonestown. Fu un suicidio di massa (ma non solo suicidio, perché molti adepti vennero "aiutati") e coinvolse un migliaio di persone. Nel film, invece, nemmeno duecento. Il film pertanto ha il grande pregio di non esagerare mai le situazioni (anzi, come ha osservato un mio amico la realtà viene addirittura sminuita rispetto alle dimensioni effettive). Il Padre – nel film – è davvero inquietante; traspare tutto il disprezzo che egli aveva verso la società occidentale, che emerge soprattutto nel bellissimo momento dell'intervista. Più o meno questo doveva essere il sentimento del VERO Padre (Jim Jones): egli non era il solito santone predicatore che costruiva la propria setta ingannando la gente e portandosi a casa il malloppo. Egli doveva proprio essere convinto che quel che faceva aveva una giustificazione di natura divina, un appoggio celeste insomma. Infatti, in conclusione della tragedia, egli stesso si suicida sparandosi (come avvenuto nella realtà). Chissà che cosa gli passava per la testa. Il disprezzo verso la società, questo di sicuro. E questo disprezzo viene reso bene dal film, quando egli, prima di spararsi, non uccide i due giornalisti americani, li lascia vivere. Ma li lascia vivere perché sostanzialmente li disprezza. Non li vuole accanto mentre entra nel regno dei cieli. Non li ritiene degni di morire insieme alle persone della sua comunità. O forse semplicemente li schifa, ritiene la loro morte inutile: ucciderli in quel momento sarebbe come rinviare di 30 secondi il proprio suicidio, per andare a schiacciare una zanzara posata sul vetro. Non avrebbe senso. Ma non c'era solo il disprezzo, c'era qualcosa di molto più grande: la consapevolezza di essere un illuminato, la certezza di essere un uomo giusto, un uomo ben voluto da Dio. Lui si uccide aspettandosi i tappeti rossi in paradiso, per lui e per tutti i fedeli che gli camminano dietro. Infine, potrebbe esserci anche qualcos'altro: la triste consapevolezza che il proprio tempo era finito, che il proprio regno stava crollando. La nave stava affondando, non rimaneva che annegare, perché oltre e dopo quella nave non ci sarebbe stato più niente.
Ti West è un regista promettente e ha realizzato proprio un bel filmetto. Peraltro ho notato che i tre attori principali sono ben 3 dei 4 fratelli protagonisti del film You're Next (qui sono il cameraman, lo speaker e la sorella ex tossicodipendente del loro amico). Anche Ti West aveva una parte in You're Next, era il moroso della sorella, il primo a venire colpito con una balestrata in fronte, per intenderci. Comunque attori buonissimi, tutti in parte.