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DEAD OR ALIVE 3 regia di Takashi Miike

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elio91     7½ / 10  30/12/2010 11:35:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Senza dubbio è il capitolo più debole di questa strana trilogia ma Miike riesce ancora una volta a soprendere con la sua inventiva ai limiti dell'assurdo o del geniale.
Se nel primo DoA si aveva uno yakuza-movie in puro stile Miike con violenza esagerata,e nel secondo invece un film clamorosamente ancora più bello del precedente grazie ad una trama solare e nostalgica affacciata sul passato piena di poesia,questa volta l'ultimo tassello della trilogia riguarda il futuro.

La storia è assurda come al solito e si rifà palesemente a Blade Runner tra replicanti vari; poi c'è anche quella prima inquadratura in cui capiamo di essere nel futuro che è di sicuro un rimando esplicito al capolavoro di Scott. Successivamente Miike riprende sé stesso con una storia all'inizio originale e coinvolgente ma che finisce ancora una volta nell'ennesima scappatoia di tre personaggi (uomo-replicante,donna e bambino) che lentamente si conoscono. Intanto l'altro protagonista della saga,ancora una volta contrapposto al replicante biondo seppur siano simili e faccia della stessa medaglia, comincia a riflettere sulla propria situazione.
Insomma se non fosse stato per il tasso adrenalinico di alcune scene effettivamente coinvolgenti e girate magnificamente niente lo distinguerebbe da altri lavori del regista, anche perché si capisce come il budget non aiuti a farlo sembrare un film futuristico,tutt'altro,ed è un difetto di non poco conto.
Si risolleva ancora con la sorpresona finale,clamoroso omaggio al primo Tetsuo di Tsukamoto (non ci sono dubbi) ma anche riallaccandosi in maniera assolutamente non canonica ai due capitoli precedenti della trilogia quando nessuno se lo sarebbe aspettato,fondendo letteralmente i due protagonisti come meriterebbero di stare. E tra serio e boiata ancora una volta viene da chiedersi come questo regista continui a sorprendere con le proprie trovate dopo aver girato questa enorme quantità di film. Certo si nota una certa ripetizione,al di là dei personaggi senza radici oramai citati fino alla nausea,e sono le situazioni che si vengono a creare: il trio di personaggi in fuga è ripreso da Rainy dog in maniera troppo esplicita. Però è anche vero che non poter mai utilizzare la parola "canonico" con Miike è segno della sua vitalità mista a follia dietro la macchina da presa.