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RE DELLA TERRA SELVAGGIA regia di Benh Zeitlin

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vittorioM90     9 / 10  31/08/2013 15:00:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"So di essere un piccolo pezzo di un grande, grande universo, perfettamente incastrato nel resto...
L'intero universo è fatto di tanti piccoli pezzi incastrati insieme. Se un pezzetto si rompe, anche il più piccolo, l'intero universo cade in pezzi…"





"Beasts of the southern wild", lungometraggio d'esordio (ripeto: D'ESORDIO!!) di Benh Zeitlin, uscito quest'anno al cinema, dopo aver trionfato al Sundance film Festival, aver vinto la Camera d'or a Cannes nella categoria "Un Certain Regard" (ed essersi guadagnato anche diverse nomination agli oscar), è l'ennesima dimostrazione di come anche con un budget ridotto ed attori non professionisti è possibile creare un'opera di innegabile bellezza.

Il film che si configura come un "romanzo di formazione", in pratica è la storia di Hushpuppy, una bambina afroamericana di 6 anni che vive in piena povertà in una zona della Lousiana che sta per essere inondata, chiamata la "Grande Vasca" insieme al padre malato e morente. La sua è una lotta per la sopravvivenza, una continua ricerca di un modo per cavarsela da sola in un mondo sempre più ostile. Hushpuppy non può permettersi di restare indifesa, deve crescere al più presto, diventare velocemente adulta.


L'inizio del film è da favola. Anzi, da brividi. Sin dai primi frangenti è una meraviglia per gli occhi e per l'anima, ma è il solo il buongiorno che si vede al mattino di una pellicola che sarà eccezionale per tutti i suoi 90' di durata. Le primi immagini ci proiettano subito in un altro mondo (sembra l'Africa centrale ed invece siamo nel profondo sud degli Stati Uniti, sul delta del Mississippi in Louisiana)... e così accompagnati dai monologhi fuori campo della piccola protagonista e dal rumore dei battiti del cuore degli animali che Hushpuppy ama ascoltare, iniziamo il nostro viaggio che ci porterà a intimo contatto con la natura e con un'umanità che, pur vivendo emarginata, è costretta a conservare la speranza per continuare a lottare per la vita. Se non bastasse, presto si passa dalla dimensione realistica a quella mitologica, quasi onirica... dal nulla entriamo nell'immaginazione della piccola e così compaiono i ghiacciai che si sciolgono e bestie feroci che marciano... e si resta indifesi, ma stupefatti.

Centrale, ovviamente, è il rapporto padre-figlia, sviscerato in tutti i suoi lati positivi e negativi. Hushpuppy cresce seguendo gli insegnamenti del papà, ma anche trovando la forza talvolta di fare di testa sua. Tra i due protagonisti, però, non c'è mai una scena banale.

E comprensibilmente, in un film del genere non manca la malinconia, ma non è di quella angosciante, straziante... al contrario, è una malinconia che fa solo da sottofondo al nostro percorso all'interno del film, che Behn Zeitlin ci trascina a compiere, insieme alla protagonista: una sorta di viaggio spirituale, al termine del quale non possiamo non sentirci in qualche modo arricchiti.

Per tutto il film siamo in mezzo agli alberi ed alla miseria, all'acqua e alla sofferenza fisica, alla sporcizia e alla fame, al fango e alle lacrime, a baracche di legno e vecchi indumenti sgualciti... Ed il bello è che i ricchi Stati Uniti d'America sono soltanto a poche miglia di distanza, al di là del cemento della diga. Sembra quasi impossibile... Ma il regista non calca la mano. La sua telecamera, spesso all'altezza degli occhi della bambina, si limita ad esplorare quei luoghi, in maniera quasi timida come se non volesse disturbare, se in qualche modo avesse paura. Si limita a raccontarci le emozioni per immagini... (e sapete bene che è proprio quello che prediligo in un film).

Alcune sequenze sono da 'pelle d'oca': in primis quella dell'uragano, dove la forza distruttiva della natura sia schianta sul riparo in legno dei protagonisti. Le sensazioni si mischiano: c'è il timore negli occhi della bambina, c'è la quasi follia del padre che si mette a sparare al cielo gridando contro la natura ed ancora una volta ci ritroviamo persi un'altra dimensione con l'improvvisa comparsa delle zanne di una creatura preistorica. Quando riapriamo gli occhi, tutto è allagato...e ai due protagonisti non resta che una barca come abitazione... (solo per citare una delle scene più emozionanti)...ma quella non è la fine. Niente è perduto, bisogna soltanto farsi forza, stringere i denti, gridare e ripartire con una forza vitale ancora più grande. Dopo quell'uragano si assiste così progressivamente al risorgere di una comunità, che non ha certo intenzione di arrendersi e smettere di vivere. E quell'energia, nelle feste, nei canti degli ubriachi, finisce per contagiarsi, rendendo il coinvolgimento spettatore-film sempre più potente.

Da brividi anche le sequenze dedicate a quella madre che vive soltanto nel ricordo del padre e nell'immaginazione della piccola. Quando compare sullo schermo, la mamma, sempre inquadrata di schiena, senza mostrarne il volto, dona inevitabilmente luce alle immagini...

E' un film che prosegue sui binari del ciclo della natura, senza risparmiarci la malattia o la morte, ma mostrandoci la vita in tutte le sue più disparate forme, senza nasconderci la disperazione, ma trasmettendo al contempo un immenso messaggio di speranza...
Una bella fiaba contemporanea che sa come aprirti il torace e stringerti in cuore...

Così, senza svelare nient'altro della trama, dico solo che una volta giunti ai titoli di coda non si può che applaudire il trentenne Benh Zeitlin, perché in questa pellicola non c'è quasi niente di sbagliato. Storia originale e coinvolgente, sceneggiatura impeccabile, fotografia di grande livello, colonna sonora perfetta capace di suscitare le giuste emozioni al momento giusto! Non resta che chiederci quale dannato gioco di prestigio sia riuscito a compiere il regista, per donare all'opera un'atmosfera così magica, senza costosi effetti speciali.

E' certo che di talento ne ha da vendere e da lui non possiamo che aspettarci grandi cose in futuro. Ma non deve lasciarsi intrappolare da Hollywood dopo questo inaspettato successo e le nomination agli oscars...
In ogni caso, per ora possiamo soltanto ringraziarlo per un film così.


Consiglio: guardatelo in lingua originale con i sottotitoli per un' immersione più completa.
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  03/10/2013 15:30:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Che bel commento!