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RE DELLA TERRA SELVAGGIA regia di Benh Zeitlin

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Terry Malloy     9 / 10  21/02/2013 11:11:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Impossibile non provare un certo disagio da occidentale borghese post-moderno nel fruire di un'opera che è palesemente fuori da questi schemi ideologici. Il mondo di Hushpuppy, benché parte del nostro, non ci appartiene.
E' un film diverso dagli altri, non discutiamo. A volte sembra uscire completamente non solo dagli schemi culturali, ma proprio dallo schermo, dai bordi dell'inquadratura tanto è quel che ha da raccontare. Per certi versi mi ha ricordato "L'ultima onda" e "Mosquito Coast" di Weir, ma quelli erano film diversi, forse più adulti. Il regista non perde mai il contatto visivo con la bambina, forse per paura che ci scordiamo che questo è un film gigantesco, ma legato indissolubilmente al mondo dell'infanzia. Credo che l'analisi della recensione abbia detto tutto quanto era da dire, quindi vorrei aggiungere del mio.
Il film non è del tutto riuscito. Lo dico con massimo rispetto, poiché è bellissimo e mi è piaciuto molto. Ma non è esente da pecche: a volte l'ho trovato retorico. Di norma apprezzo la retorica, ma non quando stride molto con il resto del film. Sembrano convivere due anime: una, selvaggia e affascinante, come la mamma invisibile di Hushpuppy. L'altra, quella del mondo oltre la diga. Quel mondo tanto deprecato è entrato, con la sua estetica prevedibile e rassicurante, in uno dei pochi film veramente puri della storia del cinema. Un film immediato e fuori da ogni logica, come i numeri sui pannoloni dei bambini durante una gara di velocità neonatale. Ma certe musiche mi hanno disturbato (e forse ce ne sono troppe in generale) proprio perché rassicuranti, proprio perché me le aspettavo, con quelle note e con quegli strumenti a eseguirle, in quel momento preciso della narrazione. Certi dialoghi, certe scene vagamente sensazionalistiche, su tutte quel "niente lacrime!" finale che ci stava certo, ma semplicemente l'ho trovato "brutto" rispetto ad altre immense scene, originali e imprevedibili, come quella delle donne che ballano con le bambine, del vecchio marinaio che mangia i biscotti al pollo, dell'uragano, del" funerale", e degli stessi personaggi, specialmente i comprimari (su tutti il mitico Tricheco), uomini di cui fatichiamo a tratteggiare inconsapevolmente (lo facciamo sempre) un profilo psicologico. Le stesse straordinarie musiche sono rovinate (si fa per dire) da altre che sembrano uscite dal peggior film hollywoodiano. Raccontare l'infanzia è qualcosa di veramente arduo, per certi versi mi ha ricordato "Piccoli fuochi" di Del Monte, perché sono film che hanno come dire lo sguardo giusto. Credo che "lo sguardo giusto" sia il motto che più mi si addice per questo film. Uso un improbabile dativo etico, "mi si addice". Non ho l'arroganza di attribuire i miei criteri a un film così libero e intelligente, io l'ho guardato in questo modo, ed è stato sicuramente molto bello.
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  22/02/2013 17:39:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ti voglio bene!