tylerdurden73 6 / 10 11/09/2013 10:34:24 » Rispondi Steve materializza sogni, in cambio della trivellazione del suolo offre a disperati allevatori e contadini un gruzzolo di quelli che ti cambiano la vita. Tutto in nome del gas naturale che per essere estratto ha però bisogno di trattamenti speciali i quali, stando a quanto si vocifera in rete, rendono insalubri gli incontaminati paesaggi dell'America rurale. Il denaro però chiude gli occhi e tappa le orecchie, il contratto è proposto in buona fede dall'operatore della multinazionale "Global", Steve è davvero convinto di dare una mano, i proprietari terreni invece si preoccupano di una crisi che li sta letteralmente sbattendo in mezzo la strada e di conseguenza accettano incrociando le dita. Lo sguardo di Van Sant non è di quelli lucidissimi, quasi volesse portare a galla le ragioni che stanno da ambo le parti senza prendersi grosse responsabilità. Il fuoco lo apre realmente verso il modo di agire dell'azienda di cui il protagonista è solo un ingranaggio inconsapevole, estraneo alle grandi manovre che vivono (anche) tramite il suo operato. Il Van Sant sovversivo ed arrabbiato è lontano, la sensazione è che qualcosa manchi soprattutto dopo che il politicamente corretto si eleva a garante, con una soluzione più adatta ad una favoletta che ad un cinema dal marcato impegno civile. Il finale è poco credibile oltre che poco trascinante, a monte c'è un problema di definizione del protagonista (ben interpretato da Matt Damon); per giustificare non basta tratteggiarlo come figlio devoto di quegli stessi scenari agresti ora messi a repentaglio. C'è un allineamento a certo cinema classico che diventa anacronistico e non solo per la lieve portata della "redenzione", il voler porre l'accento su certi valori morali e voler credere che ancora esistano è ammirevole, ma la genesi di questa conversione è davvero troppo utopica per essere abbracciata senza remore.