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ZERO DARK THIRTY regia di Kathryn Bigelow

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  19/03/2013 14:38:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dal famigerato 11 Settembre 2001 alla cattura e uccisione di Osama Bin Laden avvenuta quasi dieci anni dopo, il tutto raccontato attraverso l'esperienza sul campo di Maya, agente CIA e metaforica incarnazione dell'ossessione che da quel tragico giorno si è radicata nei cuori e nelle menti del popolo americano.
Jessica Chastain tanto per cambiare è fenomenale, per lei una recitazione ombrosa in sottrazione, perno di un'indagine documentata come un reportage con il solito gran mestiere da Kathryn Bigelow. La regista californiana mostra consueta padronanza di mezzi e solidità immane nel rendere il più realistica possibile ogni sequenza con menzione d'onore per l' epilogo, semplicemente da manuale.
La tensione del dover ottenere risultati si somma alla paura ingigantita dagli attentati di Madrid, Londra e Islamabad, a creazione di un clima snervante figlio di una guerra invisibile combattuta a colpi di intercettazioni, pedinamenti e informazioni estorte con la tortura.
Non vi è alcuna glorificazione di matrice patriottica, ne escono male ovviamente i terroristi, ma ne escono altrettanto malconci gli americani con i loro campi di prigionia giustificati dall'affronto patito e dal bisogno di verità, ferocemente determinati nella messa in atto di un giustizialismo spiccio verso imputati e relativi fiancheggiatori. Senza contare le frecciate alla presidenza Bush con la figura poco edificante che gli States fecero invadendo l'Iraq ricorrendo alla storiella delle armi di distruzione di massa.
Interessante il punto di vista adottato, quello di una donna pronta a pagare il prezzo delle sue scelte e divenuta parte integrante di un sistema prettamente maschile di cui acquisisce i meccanismi senza sposarne fino in fondo la filosofia.
Unica ragione di vita per Maya quella di venire a capo del problema, sola nella sua battaglia e a maggior ragione nel finale quando in teoria onori e gloria dovrebbero spettargli, ed invece c'è solo una aereo vuoto ad attenderla. Maya ha raggiunto il suo obiettivo, l'America pure, entrambe private del gran nemico si sentono spaesate, senza nemmeno sapere da dove (ri)cominciare a vivere.
Febrisio  20/03/2013 22:01:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao tylerdurden73,
visto che Kowalsky non mi fa da buon capro espiatorio, lo "chiedo" a te :-)))))

Come ogni tuo commento hai perfettamente illustrato il film (e non è una leccata, è la verità)

Ora ti annoio e ti disturbo, ma mi piacerebbe farti un paio di domande. Magari mi apri la mente, visto che sei parecchio obiettivo.

Cosa ne pensi di questa visione?? (non ti chiedo di difendere il tuo voto, o l'america) Non ho interesse ne a dire qualcosa contro il tuo commento.

Quando dici ne escono male (ovviamente) i terroristi. Quell'ovviamente è perchè non c'è terrorista "buono". Il terrorismo È il male. Se questo film etichetta il male in modo unilaterale, perchè è un film in cui non c'è arabo che sia innocente Può il finale fare una riflessione che sia pesata correttamente??? (probabilmente la risposta è comunque si)
Terroristi, attentatori, kamikaze, che uccidono GRATUITAMENTE.
Mostrano colpevoli torturati, i tre attentati chiave, oltre a citarne altri, con il numero di vittime (altri attentati sono gli attacchi alla ambasciate americane)

L'america anch'essa ne esce male, è evidente ciò che trasmette la Bigelow ai suoi spettatori (soprattutto tramite gli ultimi 2 minuti).
Ma l'america è pesata tra quelli ossessionati, comunque insaziabile lavoratori, quelli torturatori, sfaccettati in riflessioni di poco conto, quelli meno ossessionati che muoiono compassionevolmente lavorando e guadagnando la pagnotta quotidiana (la scolaretta tutta eccitata alla vista del dottore) Tutti quanti che lavorano a qualcosa. Combattono (per il bene) contro ciò che il film mostra unilatermente cattivo, il male, il terrorismo. Se combatti il male per l'eccellenza, ciò che rappresenta il terrorismo, sei il bene, o ritieni di esserlo in parte. Pagando gli errori per perseguire il male. Alla fine mi domando, - ma se è IL male, c'è bisogno che qualcuno lo combatta no??? - Comunque è giusto che il male sia combattuto. Ognuno combatte il suo "Ciciarampa". Riflessioni finali che potrebbero far pensare a quanto ne sia valsa la pena compiere del male (contro il male per eccellenza). I terroristi uccidono gratuitamente. Se detto in questo modo, non penso ci sia spettatore che osi dichiarare l'uguaglianza di questi due piani. NOn lo sono, non possono esserlo. E sono i fatti che il film mostra. Ciò che ho scritto non mi sembrano cose del tutto campate in aria.

Bene ho finito :-)



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Tutto questo in un film pesatissimo, distaccato, in forma documentaristica per meglio darla a bere con le riflessioni che sembrano corrette e pesate, ma se allargate il campo, o mettete a fuoco lo sfondo, l'immagine che vediamo è ben più orripilante.
E Maya nella sua solitudine desidera anche gente che la festeggi? Anche loro hanno perso gli innocenti nelle torri. Mica si festeggia.


Mi fermo, e non aggiungo altre cose che vanno oltre...

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VAluti nello stesso modo il pianto di Maya?
(probabilmene sì, perchè il film ha un solo senso di lettura univoco, non lascia altra intepretazione, ma va valutalo con la realtà di una guerra di confusione)
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  22/03/2013 11:08:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao Feb, mi dispiace non poterti rispondere in tempi brevi in quanto i tuoi tanti quesiti meriterebbero un approfondimento e non certo delle risposte superficiali. Al momento il tempo è tiranno per cui dovrai attendere, appena avrò tempo e un po' di voglia ti scriverò le mie impressioni. Ciao!