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CLOUD ATLAS regia di Tom Tykwer, Andy Wachowski, Lana Wachowski

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Febrisio     8 / 10  17/01/2013 21:26:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Senza spoiler evidenti, ma da leggere solo per chi lo abbia visto.

Se nel film "Il tocco del male", in cui il demone passava da una persona all'altra, qui in Cloud Atlas, mi va di esprimerlo come se fosse "Il tocco del bene". Una specie di filo conduttore. Un domino tra persone marchiate. Un legame labile e inconsistente tra sei storie, che porta ognuna a concludersi con un impatto sociale non indifferente. Ciò malgrado c'è il sentore che c'è di più... di più grande, e forse importante. Una scelta del destino?? Forse, a me piace pensare che sia un scelta di attitudine verso la vita, e verso gli altri. Sei epoche, sei ipotesi in cui gli attori si scambiano personaggi, ma soprattutto princìpi di vita.
Interessante è il movimento da una persona all'altra del marchio di fabbrica del principio "eletto", la stella. Lo accosto al titolo del film, e dell'opera musicale di uno dei protagonisti. L'atlante delle nuvole. Visione che mi fa immaginare il globo terrestre visto per esempio dalla luna. Le nuvole bianche, in contrasto al blu e al verde, si muovono a seconda delle correnti. Un corso dettato dalla fisica; pressioni alte, basse, temperature, regole, formule e requisiti dall'impressione imprevedibile, ma non per chi sa leggerle in un breve lasso di tempo. Allo stesso modo è il movimento della stelletta che si muove in un oceano di persone; il corso dettato dalla "Filosofia delle nuvole" (L.Mercalli) lascia spazio al corso sorretto dalle buone ispirazioni da una persona all'altra. Se dovessi immaginarlo (senza canne), guarderei piazza San Marco dall'alto, pieno di persone. Ci sono gruppetti che sorridono, altri parlano tra loro, tanti gruppetti bisticciano. Un cameriere ha preparato un caffè per un cliente. Un passante annoiato lì vicino, vede l'espressione e il benessere sul cliente, allora decide di fare qualcosa per gli altri. Fa' altrettanto, un altra buona azione. E ancora una volta quest'ultima è sbirciata da qualcuno lì attorno, che osservava, mentre altri lì vicino continuano a litigare, altri sempre discutono, altri fingono, e altri ancora sono indifferenti l'uno l'altro. Nella massa si crea un sentiero di buone azioni che oltrepassa tutta la piazza, come il movimento delle nuvole sul globo, ma con formule diverse. Quel "tocco del bene", partito dal cameriere, una persona qualunque. Un trasferimento inconsapevole che a sua volta inspira chi ha il bisogno di leggere e apprezzare queste azioni, gli eletti.
È così che do un valore a Cloud Atlas. Per quanto possa esserne banale il significato, quello delle buone azioni, la difficoltà di nasconderlo ed esprimerlo come percezione, trovo sia originale e difficile da ricreare. Oltretutto la miglior cosa è che come spettatore una volta giunto nel finale, desidereresti tornare al primo episodio per congratularti col primo protagonista per quello che mai vedrà e nemmeno saprà.

Per quanto le sei storie si concludino con libertà, rivoluzione, azioni antiomofobe, antischiavitù, per quanto importanti, passano in secondo piano, e inspiegabilmente i legami labili e inconsistenti diventano fondamentali.

Tecnicamente è indiscutibile. È un grande gioco che lega il cinema di Tykwer, a quello dei Wachosky. I tentativi disperati e testardi di Lola di raggiungere il suo destino, anni dopo s'incrociano con i mondi reali e virtuali di Neo, per cambiarne il futuro. Sembra fatto apposta. Citando un altro noto film "Ciò che facciamo in vita, rieccheggia nell'eternità".

Visto il divertimento cinefilo dei registi nel giocare coi generi, se dovessi associare ogni storia a un film, direi:


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