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IL LATO POSITIVO - SILVER LININGS PLAYBOOK regia di David O. Russell

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PIERLUIGIT     6½ / 10  01/09/2013 18:29:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non amo i finali fiabeschi,quegli epiloghi il cui sapore melenso creano iperattività al mio pancreas. Non ne sono particolarmente attratto poiché nella mia vita le uniche cose che sono riuscito ad apprendere mi sono state inculcate dall'amarezza per non aver potuto concludere positivamente qualcosa. Dai successi non sono mai riuscito a ricavarne niente di profondo e duraturo aldilà dell'effimera soddisfazione avidamente assaporata nell'immediato. Il finale de " Il lato positivo" e' come la telefonata, precedentemente concordata, a cui ti affretti ad andare a rispondere, scandendo ad ogni passo il suono delle parole -vado io.... e' per me!-. Nessuna sorpresa sull'identità dell'interlocutore, ma quel naturale e fisiologico desiderio di poterci semplicemente parlare. La cosa che più ho apprezzato in questo film e' la tridimensionalità della chimica rilasciata dai due protagonisti. Al cospetto degli asettici inganni imposti dal canonico occhialino 3d, in questa pellicola, ciò che fuoriesce dallo schermo e' qualcosa di più che due semplici corpi. E' un' aura che riesce a dar loro una forma geometricamente non decifrabile, una forma che fonde quelle che sono due individualità fisiche distinte, in un' unica e completa, entità astratta. Nel mio modo di vedere e vivere nel mondo, ho sviluppato la convinzione che i rapporti sentimentali tra gli esseri umani, di qualunque natura essi siano, sono regolati, non da una ponderata e introspettiva valutazione sull'individuo che abbiamo di fronte, ma bensì da una qualche incomprensibile forma di alchimia. La chimica ci avvicina o ci allontana dai nostri simili. Le sue scie si diramano inconsapevoli al nostro raziocinio ,ancora intento a razionalizzare su ciò che in realtà la chimica ha già deciso. Questo groviglio fatto di numeri e formule, altro non e' che il senso nascosto dei sentimenti così come noi riusciamo a percepirli poi nel reale. Ne' " Il lato positivo" i due protagonisti riescono, come mai prima d'ora, a trasmettere questa chimica,questa alchimia, simboli perfetti incastonati nella formula chimica di un sentimento come l'amore. Nel gioco della finzione cinematografica i due attori sono riusciti, almeno con il sottoscritto, a mostrare virtualmente l'equazione che attrae due esseri distinti sino ad inglobarne le essenze in un' unica entità;l'amore. Riguardo ai concetti espressi dalla pellicola, oltre al difficile intento di dare una giusta collocazione al termine "normale"( e qui potrei tranquillamente scriverci un libro) io credo che il regista volesse indurci a riflettere sulla casualità delle circostanze, più che sulla ricerca del positivo ad ogni costo, come invece si affanna a sottolineare un titolo ancora una volta inventato dalla distribuzione nostrana. Casualità intesa come impredibilita' delle nostre vite, moltitudini di situazioni che non possono essere relegate come avviene in un fantomatico libro di strategie sul football, quelle stesse strategie che il protagonista desidera trovare e padroneggiare per raggiungere il suo touch-down, come spesso, in modo logorroico, ricorderà a se stesso lungo il corso delle proprie disavventure. Insomma questo film non e' un inno all'immobilità, o all'abbandono del proprio io e dei propri sogni in balia dell'impeto delle onde del destino, ma un promemoria per tutti coloro che si illudono che il possedere una qualunque strategia possa condurre la propria esistenza là dove noi vorremmo.

"siamo viandanti bisognosi di una metà da raggiungere, che viaggiano accompagnati dalla sola certezza di un destino incerto...." t.p.