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L'ARCANO INCANTATORE regia di Pupi Avati

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6½ / 10  23/09/2011 16:14:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il giovane seminarista Giacomo,nei guai per aver ingravidato una ragazza, viene accolto da un prete eremita allontanato dalle sue funzioni a causa di presunte ricerche esoteriche.Saltano subito all'occhio le straordinarie ambientazioni naturali,scenari affascinanti e misteriosi quanto l'isolato edificio in cui il vecchio sacerdote dimora.Avati in questo lavoro ancora una volta trova terreno fertile nel mondo rurale puntando sul contrasto tra paganesimo e fede.
Da questa antitesi hanno origine le suggestioni più importanti della pellicola con le quali dovrà fare i conti lo sprovveduto protagonista,sbigottito dagli strani avvenimenti che accadono intorno a lui e impossibilitato nel trovare conforto in quella fede di cui ha tradito i precetti.
Chi conosce gli horror di Avati non avrà problemi a riconoscere i tratti distintivi del regista bolognese,anche in questo caso alle prese con la resurrezione dei cadaveri e al solito a suo agio in panorami primitivi e selvaggi,in cui ancestrali riti e credenze popolari hanno la meglio sulla razionalità.
Efficace il finale,prima di allora si patisce un'elaborazione molto compassata,disseminata di una notevole quantità di episodi enigmatici spesso lasciati all'interpretazione dello spettatore.La sensazione è quella di un film lacunoso,inoltre si scivola in un paio di sequenze evitabilissime,quella del bicchiere che levita e l'apparizione dello spettro infuocato sono escamotage piuttosto circensi.
Difetti a parte l'atmosfera che si respira è a tratti davvero inquietante e la resa scenografica fa risaltare le qualità di Avati.Accettabili le prestazioni degli attori,bene l'espressivo Carlo Cecchi anche se un po' troppo bofonchiante,ancora un po' acerbo Dionisi.
"L'arcano incantatore" è un film discreto,molto esaltato dalla critica ma francamente non paragonabile alle precedenti escursioni orrorifiche di Avati,non c'è gara con "Zeder",addirittura un abisso con "La casa dalle finestre che ridono".