il tutto per ricordare (mai abbastanza) la prima regista donna al mondo ad avere la candidatura all'oscar,nonchè la prima a vincerlo,25 anni prima della first nomination americana (Sofia Coppola)
è vero,ci sono piccole imprecisioni,alcune scene paradossali tanto da diventare stucchevoli,tipo l'amplesso concitato con la Nazista,ma la focalizzazione della nostra Lina era rivolta altrove.
la volontà sembra proprio quella di dimostrare quanto possa cambiare l'asse di riferimento di un essere tutto sommato ignorantello e sempliciotto,guappo per forza più che per vocazione,cresciuto nella bambagia di una casa fatta tutta di donne che lo proteggono.
il cammino di Pasqualino è contemporaneamente quello della disillusione e quello della sopravvivenza,la scena della stazione quando fondamentalmente recita un elogio del Duce al socialista Roberto Herlitzka (cameo emozionante) mette in evidenza la inconsapevole complicità delle masse nell'appoggio a despoti dittatori dipinti come salvatori della patria,fenomeno mai passato di moda.
il finale è struggente:il ritorno a casa con la consapevolezza che non solo niente è finito,ma che anzi la guerra comincia adesso,memore delle parole di Pedro. sei diventata zoccola anche tu,bene...dobbiamo fare tanti figli...perchè dobbiamo difenderci
colonna sonora di Iannacci
perryperry1 28/03/2014 13:52:47 » Rispondi italiano incerto,ovviamente me ne scuso...la Wertmuller nella mia sintassi è la prima donna che "vince" la candidatura,non l'oscar.