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HOLY MOTORS regia di Leos Carax

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Zazzauser     7½ / 10  04/02/2020 14:01:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Devo ammettere che ero partito dal presupposto di guardare un pasticcio intellettualoide senza alcun senso, frutto dell'esaltazione dei critici internazionali solo in quanto "ritorno in grande stile" di un regista (mai troppo incensato, tralaltro) che non si faceva vedere dal '99. Mi sbagliavo: dietro la patina del surreale, del grottesco, dell'insensato, del cringy, Holy Motors di Carax un significato ce l'ha eccome, nel suo interrogarsi su ciò che sta lui stesso creando, nel momento in cui lo sta creando. L'escatologia dell'arte cinematografica: se un giorno il cinema morisse davvero? Se non avessimo piu' bisogno di quei creatori di immagini, che chiamiamo registi e attori? Oppure, se semplicemente cambiasse radicalmente la sua natura, fino a rendere difficile per chi lo crea (o per chi lo guarda, chissá) il discrimine fra realta' e finzione? Holy Motors, e', per usare un termine fin troppo abusato, un vero esempio di metacinematografia.
La distopia di Carax non ha i contorni chiari, si presta a varie interpretazioni: il viaggio allucinato di Monsieur Oscar può essere una storia particolare o una storia generale, il delirio di un animale morente (l'Attore come Ruolo) o l'esemplificazione di una way of life che coinvolge più strati del vivere quotidiano (inquietante). Ma questo magico e caleidoscopico viaggio in limousine (un po' come quella di Pattinson nel Cronenberg del 2012) non può non affascinare, anche quando assume i caratteri bizzarri di quell'oscenitá che è Monsieur Merde (l'unica parte davvero difficile da digerire e a mio parere autocompiaciuta - nel portare di nuovo su schermo un vecchio personaggio di Lavant).
Per il resto, una lettura metaforica della poietica del cinema davvero interessante, come non se ne vedevano da tempo, forte di una prova attoriale eccellente come quella di Denis Lavant.