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L'ISOLA - SEOM regia di Kim Ki-Duk

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GianniArshavin     7½ / 10  12/12/2014 11:10:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Come con ogni film di Kim Ki Duk , prima di scrivere un commento ho bisogno di qualche giorno di riflessione per capire se il film mi è piaciuto e per provare a comprendere i significati nascosti che questo incredibile regista ad ogni opera ci trasmette.
Nel caso specifico de "L'isola" maturare un pensiero è stato alquanto arduo , vista la natura allegorica e facilmente fraintendibile di questo suggestivo prodotto. Alla fine ho capito che ho assistito ad una pellicola affascinante e coraggiosa , in bilico fra violenza e poesia , un vero sunto dell'estetica e del cinema di Kim che per essere apprezzato deve essere assimilato con calma e analizzato in ogni sua componente.
Lo stile è quello consueto fatto di silenzi,linguaggio del corpo e pochissimi dialoghi. Kim Ki Duk è il maestro del cinema senza le parole a anche ne "L'isola" riesce a trasmettere più lui con uno sguardo dei suoi bravissimi attori che altri cineasti con tante chiacchiere. Questo continuo silenzio , questo capirsi senza proferire parola è un modo di comunicare molto profondo che il regista coreano riesce ad adoperare senza risultare patetico , cosa non certamente semplice.
Il ritmo non è dei più elevati e questo potrebbe scontentare qualcuno , ma la natura ambigua della storia,con momenti di pura dolcezza inframmezzati da altri di terribile violenza (anche su animali,aspetto che fa perdere qualche punto)non può non catturare lo spettatore che ama il vero cinema. Ad aumentare l'aura di fascino abbiamo una location da paura,un lago isolato fra le montagne che sembra sospeso nel tempo e nello spazio; un non luogo dove una serie di reietti e disperati si recano per sfogare le proprie frustrazioni.
Come detto Kim Ki Duk a questo giro utilizza dosi massicce di violenza e delicatezza per trasmettere i suoi messaggi e per parlare di argomenti come la solitudine,l'amore,il sesso,l'incomunicabilità,la disperazione e la rinascita, fino ad arrivare all'enigmatico e pazzesco finale.
Altro aspetto importante del titolo sono i due personaggi principali e la loro caratterizzazione sfaccettata e piena di risvolti. A spiccare è la donna che gestisce il villaggio,una figura misteriosa e magnetica che è la vera ruota motrice della vicenda.
Tecnicamente ci sta poco da dire , il cineasta asiatico si conferma un artista e con la mdp riesce a creare dei quadri in movimento , aiutato da una fotografia sublime e da una scelta di luoghi,musiche ed oggetti sempre maniacale.
Ricapitolando,a distanza di giorni "L'isola" mi frulla ancora in testa come solo i grandi film sanno fare. Un'opera metaforica e pregna di significati, adatta a chi ama il cinema con la c maiuscola e che potrebbe,grazia all'altissima fattura del tutto,convincere anche chi non mastica questo tipo di produzioni.