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L'ISOLA - SEOM regia di Kim Ki-Duk

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impanicato     8 / 10  29/11/2014 00:37:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Qualcuno ricorderá Nana, interpretata dalla bella Anna Karine in "Vivre sa vie" di Godard dire: "Piú si parla, meno le parole hanno valore". Ecco, forse Kim Ki-Duk ha preso qualcosa da questo pensiero per inserirlo all'interno dei suoi film. Ormai celebre é infatti il suo cosiddetto "Cinema del silenzio", un cinema particolare dove i sentimenti ed i pensieri dei protagonisti non vengono esternati a parole, ma attraverso pianti, baci, silenzi, ansie, azioni folli e sconsiderate.
"L'isola" fa parte di questo tipo di ciclo del regista coreano. Cosa sono queste isole? Le isole sono luoghi in cui rifugiarsi, in cui allontanarsi dalla solita vita o da dove far rinascere una nuova vita.
Hyun-Shink é qui per fuggire ai suoi demoni interiori causati dall'omicidio della fidanzata e del suo amante e. Il suo unico obiettivo é quello di uccidersi per terminare questa agonia. Hee-Jin é colei che porta le provviste a coloro che trascorrono il loro tempo su queste casette galleggianti e, captata la malinconia del pescatore, gli si avvicina facendo collidere le loro esistenze fatte di solitudine. Si puó definire amore? Sicuramente morbositá, accentuata dai comportamenti masochisti dei protagonisti che non disdegneranno nemmeno l'omicidio per proteggere i loro sentimenti. L'amore é anche violenza, morte.
Come bene Kim Ki-Duk sa fare, l'uso di allegorie é perfetto e calzante, come nel caso della scena degli ami, che durante il film saranno utilizzati come simbolo di come si puó sempre essere ripescati, salvati dall'amore.
Ottima la fotografia. Lo scenario del lago fumoso é incredibile. Alcune inquadrature sono incredibili, in quel periodo il cineasta coreano era proprio in stato di grazia. E quel finale...
Chi cerca un film logico, puó anche non guardarlo. Bisogna essere concentrati e con la mente sgombra.