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IL LUNGO ADDIO regia di Robert Altman

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Invia una mail all'autore del commento wega     10 / 10  21/12/2008 20:15:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Eccolo il capolavoro di Altman e il genio di questo regista, capace di riscrivere del tutto l' opera di Chandler "The Big Sleep" (vedendo i Neri degli anni '40 non che l' abbia letta) tanto che quel che ne esce fuori non è più un noir ma un giallo. Il Marlowe di Altman è diverso da quello interpretato da Humprey Bogart, Dick Powell o Robert Mitchum (che per l' occasione mi sono rivisti tutti), non è un personaggio disilluso bensì un personaggio con una morale ben precisa, che crede nell' amicizia come valore tanto da vedere cospirazioni, complotti, perdendo il filo di una soluzione più semplice e logica pur di non accettare la sacrosanta realtà. SPOILER Ecco perchè quel sparo finale viene definito "il colpo di pistola più morale della storia del cinema" SPOILER. La sceneggiatura è un po' meno ingarbugliata rispetto a quella di Hawks, ma dai dialoghi altrettanto taglienti, e con un costante humor beffardo; straordinaria l' interpretazione di Elliot Gould in questo senso. Virtuosimo impercettibile e un saggio di regia: la sequenza della fuga con le scale parallela all' ascensore è un esempio di come saper utilizzare al minimo il montaggio con la profondità di campo in piano sequenza. Anche qui non si lascia da parte il metacinema, con "cammei" citazionisti di Walter Brennen, Jerry Lewis e John Wayne. Da antologia l' interrogatorio, indimenticabile il montaggio parallelo dei titoli di testa sulle note di "It's a long goodbye".
Invia una mail all'autore del commento wega  21/12/2008 20:19:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Oh cielo mi son scordato di ricordare il GRANDE Sterling Hayden.