tylerdurden73 5 / 10 11/01/2013 14:32:21 » Rispondi Che noia la fine del mondo di Lorene Scafaria, e non certo per la mancanza dei consueti scenari apocalittici o per l'appena accennata regressione bestiale della popolazione. Vedere l'Armageddon sotto un' ottica diversa è spunto degno di lode, tra l'altro inseguito con risultati alterni già da svariati registi con toni tra i più eterogenei. In questo caso niente violenza o scenari di devastazione totale, comicità demenziale o pistolotti filosofici, solo una gran patina malinconica con forti puntate romantiche ad avvolgere il tutto, con in aggiunta qualche sorriso a denti stretti. Il viaggio della coppia alla ricerca del proprio passato, e di un disperato recupero delle occasioni perdute in un momento in cui ogni prospettiva cambia radicalmente, si risolve in un'esortazione a non guardare indietro crogiolandosi in ricordi addolciti dal tempo e in illusorie forme di riscatto. La felicità è da ricercarsi nel presente, o al massimo nel futuro che però qui ha impressa un'inderogabile data di scadenza. La Scafaria nonostante cerchi di evitare la trappola dell'eccesso di zucchero ci casca più volte a piè pari, ma soprattutto offre sviluppi ristagnanti che se non fosse per qualche dialogo illuminato si limiterebbero a uno sciatto campionario di varia umanità in attesa del solito meteorite guasta feste. Troppo facile l'antitesi costruita attorno ai personaggi e sulla teoria che gli opposti si attraggono, apatico e disilluso lui, iperattiva, quasi adolescenziale e ottimista lei, ad interpretarli Steve Carrel in versione misurata ma anche incapace di cambiare espressione e Keira Knightley, a me solitamente indigesta, in questa pellicola senza dubbi all'altezza della situazione. Per lo meno c'è la colonna sonora a rendere meno palloso il tutto, la regista ha orecchio fino per la musica essendo anche compositrice e cantante, ed infatti i pezzi proposti con annessa ode al caro vecchio vinile sono di quelli pregiati. Però la pellicola a me ha trasmesso poco, i personaggi non mi hanno appassionato e il loro vagare on the road si svolge fiaccamente almeno finché non si arriva a casa di Martin Sheen. Lì un sussulto si prova eccome, ma è tardi per salvare baracca e burattini.