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BUNOHAN regia di Dain Said

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Invia una mail all'autore del commento Elly=)     8 / 10  06/11/2012 22:54:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il 2011 per la Malesia è stato un anno decisivo, un anno che ha portato con sè un vento fresco, nuovo, frizzante. In Malesia è avvenuta la rivoluzione cinematografica, la cercavano da tempo, la sentivano che scorreva forte nelle loro vene e insieme con ben 7 film hanno rivoluzionato il cinema malese facendo mutare il volto del pubblico, quello del mercato e quello dei produttori. Nuovi registi, con nuovi film, tante idee e tanta tecnica.
BUNOHAN rientra in uno di questi 7 film. Film nel quale il denaro supera i valori del bene e quelli familiari, dove l'atmosfera spiritica e il surreale entra in contatto con la drammaticità degli eventi raccontati come un petalo sulla superficie dell'acqua. L'uso del montaggio parallelo, l'attenzione riposta nei movimenti della macchina da presa, un magnifica e cupa fotografia sono gli aspetti tecnici che più si fanno sentire in questa pellicola. Un simbolismo penetrante che inizia già con il titolo: la pronuncia della parola Bunohan ricorda la parola omicidio. Esso però trova la sua massima espressione nel ruolo della donna. Nel film fino alla fine non compare nessun personaggio, solo verso il the end una comparsa femminile arriva sottolineando il ruolo debole che la donna ha nella società malese.
Probabilmente l'unica cosa che pecca è il ritmo, dove l'action viene messa in ombra dal dramma, ma sicuramente un capolavoro malese da tener conto e da cui imparare.