Dom Cobb 7½ / 10 20/03/2020 15:01:06 » Rispondi Seconda Guerra Mondiale. Un gruppo di americani segregati in un campo di prigionia nazista decide di organizzare una fuga di massa, la più ambiziosa mai messa a punto nella storia: oltre duecento prigionieri. Nonostante la cura dei dettagli nella pianificazione e lo sforzo collettivo, non tutto andrà come previsto... Uno dei capisaldi del genere bellico e d'evasione, "La grande fuga" si rivela un classico film kolossal tipico dell'epoca, caratterizzato da una durata spropositata, un impressionante dispiego di mezzi e una sfilza di grandi nomi nel cast lunga come un treno. A conti fatti, comunque, il voto finale è più uno di rispetto che di apprezzamento personale, visto che nonostante tutto il film non rientra fra le mie preferenze. Non che ci sia qualcosa di oggettivamente brutto o fatto male, anzi: la regia di Sturges, mestierante per lo più molto affidabile, è solidissima e il cast offre prestazioni di grande livello. Su tutti troneggia il trio McQueen-Bronson-Pleasance: il primo tratteggia quello che sarà il suo solito tipo di personaggio, il duro dal buon cuore, mentre agli altri due spettano forse le figure più interessanti e sfaccettate, grazie soprattutto ai loro difetti che vengono messi in mostra nel corso della vicenda, che si tratti di claustrofobia o di un'avanzante cecità. La lunga fila di comprimari, per quanto competente, si limita giusto a far da spalla, e a lungo andare alcuni finiscono per confondersi un po' tra di loro. Per il resto, l'ostacolo più grande al godimento della pellicola è la durata, che risulta spesso spropositata e danneggia il ritmo, soprattutto nella prima parte. Molto tempo viene riservato alla preparazione del piano, forse troppo, e la vicenda in generale fatica a ingranare. Soltanto una volta che il piano viene messo in atto le cose si fanno davvero interessanti, e da quel momento in poi la tensione e il ritmo salgono per non mollare più la presa. In questo aiutano il clima di tragedia imminente che avvolge la pellicola dall'inizio alla fine,
E' un fatto assodato che non tutti ce la faranno a sfuggire alle grinfie naziste, e il fatto che alcuni di essi sono proprio alcuni dei protagonisti, scene come la morte di Donald Pleasance o il modo in cui alcuni vengono scoperti per una banale distrazione (cercare di parlare francese e lasciarsi sfuggire una parola in inglese) rappresentano di per sé un pugno allo stomaco.
e una serie di brevi, ma elettrizzanti scene d'azione, il che è tutto dire se si considera che il tasso di spettacolarità, supportato dal formato panoramico, non è poi così elevato. Le scene da antologia non mancano, soprattutto le famigerate prestazioni in motocicletta di Steve McQueen. Ma nonostante tutto venga portato a termine con pulita, efficiente professionalità, vi è come la sensazione che manchi qualcosina, quella scintilla in più per catturare lo spettatore e tenerlo incollato allo schermo senza un attimo di tregua. Forse un minimo di approfondimento in più dei personaggi, o magari una durata un po' più ridotta e un ritmo più spedito avrebbero aiutato. In ogni caso, "La grande fuga" rimane solido intrattenimento, con quelle due o tre scene capaci di regalare sufficiente soddisfazione.