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RAINY DAYS regia di Yu Hyun-mok

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Invia una mail all'autore del commento Elly=)     9½ / 10  01/11/2012 05:38:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dopo FLAME e DESCENDANTS OF CAIN, Yu Hyun-mok torna sul tema della guerra con RAINY DAYS, in assoluto uno dei migliori film del genere.
Il film si apre con un inizio che scuote abbastanza, le inquadrature sono velate inizialmente da un filtro rosso che viene sostituito successivamente con un filtro che aumenta la saturazione, le ombre nette, la musica è coinvolgente, gli interni sono minimalisti come le vite dei protagonisti, gli esterni vengono integrati con magnifiche panoramiche, campi medio-lunghi del paesaggi, la natura diventa una dei protagonisti di questa pellicola.
Arriva un giovane uomo, le cose si vedono cambiare, soprattutto non piove più, si scherza, c'è bel tempo, ma in tutta questa euforia si nasconde una falsa felicità. Ben presto l'uomo dovrà ripartire per la guerra, quella fra le due Coree, e i giorni tornano grigi, ricomincia a piovere, le cose iniziano a peggiorare, in un certo senso si inserisce una delle tante metafore care a Bellocchio (che naturalmente il regista non ha inserito volutamente) che è quella del mondo troglodita, isolato che grazie ad un evento, di solito la partenza di uno dei personaggi, entra in contatto con il mondo esterno, la guerra in questo caso, una guerra vista sempre con gli occhi innocenti di un bambino. Un avvenimento inaspettato però cambierà le cose, un avvenimento piccolo, forse insignificante a confronto della guerra che si sta vivendo: il bimbo tradisce lo zio e il tempo in qualche modo si ferma, smette di piovere e per tutta risposta arriva un serpente, tutti lo guardano con paura ma allo stesso tempo con fascino. Non tanto il serpente, ma quanto il suo veleno nella tradizione coreana ha un suo significato preciso: esso è associato al potere di guarire o poter donare l'elisir della vita eterna...e questa è una delle scene più affascinanti del film, pregna di mistero e di un credo che sta così lontano dalla nostra civiltà, un microcosmo celatosi nel tempo e nell'illusione arcaica della vita e della morte.

RAINY DAYS non è uno dei film migliori di guerra per le scene di sparatorie, uccisioni di massa, sangue che schizza, pezzi di carne che saltano in aria, amputazioni, ma è un film che assume un punto di vista del tutto originale, è un film che non scende in campo, che non da ragione a nessuno, è un film che usa il proprio occhio non per filmare la guerra come centro di battaglia ma come sofferenza di chi la guerra non l'ha combattuta ma l'ha solo vissuta, di persone che stavano a casa ad aspettare la tragica notizia dei loro cari caduti in battaglia, di persone che di continuo pregavano, delle persone che rimanevano con il magone in gola, di persone che si vedevano passare gli eventi senza poter muovere un dito. Un dolore a cui nessuno prima aveva mai posto attenzione, e se si ritengono capolavori del genere IL CACCIATORE, FULL METAL JACKET, LA SOTTILE LINEA ROSSA, SCHINDLER'S LIST, APOCALYPSE NOW...allora RAINY DAYS dev'essere uno di loro!