Dom Cobb 6 / 10 14/03/2015 14:37:03 » Rispondi Nei fondali marini, dove la barriera corallina è una gigantesca metropoli da tempo sotto il giogo di una "famiglia" di squali, il pesciolino Oscar si vanta di aver ucciso uno dei letali predatori. Diventa subito una celebrità, ma prima o poi dovrà fare i conti con la sua piccola grande bugia... Relativamente snobbato al momento della sua uscita, pur non rappresentando un flop finanziario, oggi questo Shark Tale viene da molti considerato uno dei peggiori lungometraggi della Dreamworks. Anche se posso capire chi prende una simile posizione, dato che per la maggior parte la condivido, allo stesso tempo non me la sento di essere del tutto negativo nei suoi confronti. Mettiamo subito una cosa in chiaro, cioè che, da un punto di vista prettamente oggettivo, questo sicuramente non è della qualità migliore: nonostante l'animazione digitale di pregevole fattura e la creazione di un ambiente sottomarino abbastanza creativo nel modo in cui fa il verso allo stile di vita delle grandi metropoli statunitensi,
Fra giornaliste e personaggi che sono la controparte acquatica di personalità di spicco dello spettacolo americano, grattaceli e schermi che pubblicizzano prodotti chiaramente derivati dai nostri Coca Cola e simili, le citazioni alla moderna società si sprecano, e bene o male fanno tutti ridacchiare per quanto possano essere ovvie.
a rappresentare un problema è piuttosto l'approccio con cui registi e sceneggiatori scelgono di affrontare la storia. Qui, si decide di premere il pedale su quegli elementi che avevano reso la saga di Shrek il franchise più redditizio degli studios, portandoli all'eccesso; fino al punto in cui l'utilizzo di canzoni pop, rap e hip-hop e la mania di parlare in modo ultra-moderno, alle lunghe finisce per stancare e irritare per come sembrano fini a sé stesse. L'ostinazione con cui si butta tutto alla commedia finisce per togliere qualsiasi traccia di credibilità alla storia, per cui i momenti che vogliono essere emozionali e più seri raramente sortiscono l'effetto desiderato.
L'unico momento serio che, in qualche modo, è riuscito, è il litigio fra Oscar e la fidanzata Angie all'inizio del terzo atto.
A peggiorare le cose c'è un doppiaggio italiano che forse è da annoverare fra i peggiori nella storia, con celebrità del calibro di Tiziano Ferro o altri pagliacci raccolti chissà dove (vedi le voci delle due meduse) a sostituire inspiegabilmente professionisti ben più qualificati. Inutile dire che l'originale, con le prove di star come De Niro, Scorsese, Will Smith e altri ancora, spazza via la versione nostrana. Eppure, nonostante tutto, non me la sento di stroncare il film completamente: a dispetto degli evidenti difetti, nel suo impianto da commedia Shark Tale fa ridere, e anche spesso. Per quanto il doppiaggio italiano possa risultare a tratti irritante, molte battute e scene divertenti restano comunque efficaci.
E, quelle poche volte in cui viene usato per creare un'atmosfera un tantino più sgradevole o come satira dei costumi di oggi, l'approccio ultra-moderno ha un suo perché, come era stato a suo tempo per Hercules.
Forse leggo troppo in profondità (più che probabile, anzi), ma potrebbe darsi che tale approccio sia un modo come un altro per satirizzare, in modo molto estremo, il modo di vivere di un certo gruppo di persone, sottolineando quanto un simile stile sia vuoto e privo di significati.
Poi, nonostante i difetti succitati, questo è un film che, in ogni caso, cerca di veicolare un messaggio preciso, e anche se si tratta di una morale già sentita altre volte, fa sempre piacere sentirsela ripetere, di tanto in tanto. Insomma, è vero che le buone intenzioni vengono a tratti soffocate da una netta sovrabbondanza di commedia non sempre efficace e da un approccio che rischia di snervare, ma per me, l'impegno dietro a tutto questo c'è e, sebbene con un po' di difficoltà, si vede. Non è un film che mi riguarderei spesso, e non so se ciò che c'è di buono ci sta davvero o sono solo impressioni mie, ma da qui a definirlo schifoso ce ne vuole.