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MILLION DOLLAR BABY regia di Clint Eastwood

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JOKER1926     8 / 10  15/11/2009 15:13:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Come pioggia cadono applausi echeggianti per un altro spaccato teoretico di Clint Eastwood in uno stato che livella la quasi totale perfezione, ecco a voi… "Million dollar baby".
Il Cinema di Eastwood è davvero sontuoso e molto cinico, insomma la regia (quasi sempre) traccia delle impressionanti storie di uomini che oltre alla massima esaltazione nascondono la drammaticità allo stato integrale.
E' ovviamente il caso di "Million dollar baby" che vede come protagonisti un manager/allenatore di pugili, un ex pugile e una spavalda ragazza in cerca di soldi, gloria nel durissimo sport della Boxe.
Tracciando dunque un primo quadro concettuale possiamo (senza tantissime difficoltà) captare le dinamiche esistenziali dei protagonisti, essi hanno toccato (magari in momenti diversi) l'apice della gloria per poi, in modo consequenziale, sfociare nella miseria psicofisica; Frankie Dunn è un uomo consumato dalla fatica per il suo sport, aspro e determinato è l'emblema di un tramonto mentale ma nonostante tutto sempre pronto per una sorprendente e clamorosa ascesa ai vertici; il secondo Scrap vive ormai in miseria, dorme, mangia nella desolante palestra sinonimo di assestamento permanente, sinonimo della passione ma allo stesso tempo di un limite che giocoforza non può essere varcato, insomma la vita del pugile meccanicamente a distanza del tempo non muta e sistematicamente ti ritrovi a vivere dove ti sei allenato e lì, fra gioie e dolori, morirai…
L'ultimo ed essenziale protagonista è Maggie una femmina che ha vissuto una vita non facile e cerca in modo disperato di emergere nel mondo della Boxe.

"Million dollar baby" è un film profondo, sorretto da un esauriente lavoro tecnico, da lodare la regia per la bella fotografia e soprattutto per gli attori, in pratica Clint Eastwood (attore/regista) risulta essere molto convincente, inoltre da apprezzare Morgan Freeman in una prestazione (magari abbastanza limitata) indubbiamente positiva; in conclusione buonissima la prova di Hilary Swank che riesce ad emozionare il pubblico in diversi frangenti.
Ovviamente le maggiori possibilità sono riscontrabili nella sceneggiatura, partiamo dalla trama, insomma storia gagliarda satura di adrenalina, narrazione nel complesso sempre asciutta e senza pesanti forzature (e non era facile); pellicola poco pronosticabile a tratti davvero brillante con una seconda parte impeccabile e drammatica.
Dopo una clamorosa scalata sportiva e vitale della protagonista Clint idealizza una parte conclusiva davvero agghiacciante, in questi momenti si viene a creare un alone di angoscia totale intriso in inutili ma inevitabili concetti di speranza che si impattano inesorabilmente nel vuoto totale; la scena finale è Il Dramma trasportato su pellicola.
Il film schizza in lungo e in largo concetti, allegorie dottrinali, da notare ad esempio il rapporto fra i due protagonisti principali che non accettati dalle rispettive famiglie creano un connubio di totale armonia; da notare poi i conflitti anteriori del "capo" che frequenta sempre la chiesa e ponendosi determinate domande (ingenue ma paradossalmente profondi) non riesce a trarre significati circa la vita; concezioni e sbocchi pragmatici si consumano ovviamente nell'immenso finale nel quale in modo fine e freddo è esposto il pensiero circa l'eutanasia

Volendo poi paragonare questo egregio lavoro a pellicole sulla Boxe (lo sport comunque quasi sempre è solo un pretesto) tale prodotto regge ogni sorta di confronto grazie alla sua immensa carica emozionale e teoretica.
Eastwood al culmine cinematografico.
Flavietta2  17/11/2009 22:28:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questo commento mi garba, però.
LoSpaccone  15/11/2009 20:14:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
...un altro spaccato teoretico... qualcuno gli spieghi i significati delle parole. ma pure su questo capolavoro dovevi mettere bocca con le tue banalità?