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MILLION DOLLAR BABY regia di Clint Eastwood

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ULTRAVIOLENCE78     8½ / 10  19/03/2008 15:17:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non è importante vincere o perdere, ma avere la propria occasione e provarci fino in fondo.
Mi viene in mente una celebre poesia di C. Bukowski, intitolata "Rotola i dadi" e che recita così:

"Se vuoi provarci,
fallo fino in fondo.
Altrimenti non iniziare.
Se vuoi provarci,
fallo fino in fondo.
Ciò potrebbe significare
perdere ragazze, mogli,
parenti, lavori
e forse la tua mente.
Fallo fino in fondo.
Potrebbe significare
non mangiare per 3 o 4 giorni,
potrebbe significare
gelare in una panchina nel parco,
potrebbe voler dire prigione,
potrebbe voler dire derisione,
scherno, isolamento.
L'isolamento è il regalo.
Tutti gli altri sono
per te una prova della tua resistenza,
di quanto realmente desideri farlo.
E lo farai,
nonostante il rifiuto
e le peggiori avversità.
E sarà meglio di qualsiasi altra cosa
tu possa immaginare.
Se vuoi provarci,
fallo fino in fondo,
non ci sono altre sensazioni
come questa.
Sarai solo con gli dei
e le notti
arderanno tra le fiamme.
Fallo.
Fallo.
Fallo.
Fino in fondo.
Fino in fondo.
Guiderai la vita fino alla
risata perfetta.
È l'unico buon combattimento che c'è".

"E' l'unico buon combattimento che c'è"... Soltanto rischiando tutto e dedicarsi anima e corpo a qualcosa che ti appassiona può dare senso alla propria vita? La risposta sembra essere affermativa. Ma "Million dollar baby" non si impernia soltanto su questa riflessione, c'è molto altro. Ci sono i sentimenti contrastanti che coabitano in ognuno di noi, c'è la fede, intesa non soltanto in senso religioso ma in senso universale. E soprattutto c'è l'immagine di una famiglia, che si discosta da quella tradizionale legata ai rapporti di sangue, e che si identifica nelle relazioni umane più pure fondate sulla fratellanza, sul reciproco rispetto e sulla reciproca abnegazione. Da ultimo viene toccato, con estrema delicatezza, il tema dell'eutanasia come fine delle pene di una persona, il cui desiderio di porre termine al proprio tormento non può tollerare l'attesa della "sentenza" finale di un Dio che sembra sordo alle nostre preghiere.