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SIDEWAYS - IN VIAGGIO CON JACK regia di Alexander Payne

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8 / 10  24/02/2005 10:54:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Una bottiglia di vino è un qualcosa che ha vita ed è in costante evoluzione, finchè non raggiunge l'apice - e poi comincia il suo lento, inesorabile declino"

Una piccola meraviglia: l'ennesimo film giudicato poco obiettivamente su questo sito
Lo spunto è molto "francese" ma fortunatamente senza quel gusto elitario e snob di un Guediguian, per es. - c'è dentro tanto Monte Hellman quanto della classica commedia italiana (lo stesso Payne dichiara di aver amato molto "il sorpasso" di Risi). A me ha ricordato principalmente la freschezza di "Y tu mamà tambien", e in fondo il tema del viaggio come tappa importante della nostra vita è rivisitato con lo specchio di due generazioni in più (rispetto a quella del regista dell'ultimo Potter, Cuaron). Squisito pamphlet sul tema dell'amicizia virile, "sideways" (lateralmente?) è soprattutto un'opera intelligente che celebra vizi e virtu' dell'uomo di oggi, lievitando quanto basta nei paesaggi dei vigneti californiani, in un'America tanto inedita quanto insolitamente poetica: tra un itinerario di vigneti californiani, un Pinot Nero e un Sassicaio 88, Payne ci fa sentire come a casa nostra: i paesaggi hanno quel magnifico "sapore" dell'Umbria, della Maremma Toscana, sembrano quasi plasmarsi e abbracciare le vicende dei due amici. All'opposto, e quantomeno illuminanti, i due protagonisti: due personalità differenti, l'intellettuale s****to e il borghese immaturo e allupato, non sono altro che due facce della stessa medaglia, o dell'essere Uomo. Tra chi segue l'istinto e chi conosce le ragioni (del cuore), è facile riconoscersi: tutti noi abbiamo avuto bisogno dell'amico fortunato con le donne la cui vanità è proporzionale alla sua difficoltà a comprendere certi limiti morali, e allora un personaggio come Jack serve magnificamente allo scopo: ovvero, uno ha bisogno dell'altro, come l'ago di una bilancia che proporzioni le cose. Ma il film lievita magnificamente, si degusta come il buon vino invecchiato lasciato per le grandi occasioni, non dà alla testa ma non lascia certo indifferenti. In Myles non possiamo vedere tanto l'avversario, ma capire e proteggerlo anche nei suoi difetti, nelle situazioni difficili che va a cercare... Più che una settimana di addio al celibato, Payne costruisce un'opera sulle paure maschili di perdere contatto con la propria libertà (non necessariamente sessuale), o di non riuscire ad acquisire adeguatamente l'indipendenza dopo un traumatico divorzio Ebbro da questa dipendenza affettiva, penso che l'amicizia tra uomini sia soprattutto un fatto collettivo, un contraltare dove le ragioni passano in secondo piano rispetto al bisogno di sostenersi a vicenda (occhio a come Payne suggerisce quella femminile, l'affinità è la stessa, ma la sensibilità diversa). In un libro di Hesse sul tema richiedeva soprattutto un sacrificio totale, una resa alla personalità altrui: io non sono d'accordo. L'interiorità dei personaggi di Sideways è semmai molto moderna: più che un apologo, un bisogno inarrivabile di incentivare quel cameratismo che in fondo è come sentirsi un po' bambini per sempre In contrasto o forse in affinità con lo Schmidt di Nicholson, un moto atemporale e suggestivo d'2invecchiamento" Invito tutti a pregustarlo: questo è cinema che rappresenta l'unica alternativa possibile al blockbuster e alle commedie di massa. Per una volta, l'America non è mai stata tanto vicina... seppur distante nelle mie divergenze ideologiche
redblack  24/02/2005 13:00:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
darei 10 a te per il commento! anche a me e' piaciuto molto...
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  24/02/2005 19:00:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sì è un bellissimo film diventerà sicuramente un cult mi sa che quelli che non l'hanno capito o si sono identificati troppo o hanno bisogno davvero di bere un buon bicchiere di vino
mariolina  25/02/2005 12:54:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Naturalmente complimenti per il tuo commento ricco di spunti di rifllessione. Anche a me il fim è piaciuto molto e sono d'accordo con tutto ciò che hai affermato..il viaggio come tappa della vita, la magnifica e affascinante ambientazione, le due figure che pure agli antipodi rappresentano come dire la completezza dell'essere uomo, il tema del vino (tra l'altro a me tanto caro). Condivido che l'amicizia tra uomini sia soprattutto un fatto collettivo dove predomini il bisogno di sostenersi a vicenda (ho capito bene?), ma mi piacerebbe capire meglio la tua considerazione sul suggerimento del regista sulla diversa sensibilità di quella femminile...mi aiuteresti?
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  25/02/2005 14:43:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non era facile spiegarlo... diciamo che davanti alle ******* di un'amico l'uomo è portato a discuterle ma poi diventa complice. Nel rapporto tra le due donne, la solidarietà finisce per opporre resistenza anche ai sentimenti, reali, della ragazza nei confronti di Jack Non so se sia un binomio a tutto campo, ma ho l'impressione che sia diffuso: come donna, difendi giustamente l'amica ma senza rapportarti con il tuo codice individuale, con le tue opinioni (in fondo jack è stato onesto a confessarle che myles stava convogliando a nozze) Potrei anche sbagliarmi, ma a volte noi uomini vediamo nelle donne una sorta di barriera aprioristica che non ci consente di mostrare l'aspetto più vero del nostro Io Baci
mariolina  28/02/2005 10:20:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi sembra di aver capito, sei stato molto chiaro...la ragazza è stata condizionata negativamente dal comportamento del futuro sposo, e invece di apprezzare la sincerità di myles e da ciò dedurre che lui era una persona diversa, ha creato una barriera di solidarietà con l'amica e l'ha respinto senza concedergli nessuna possibilità di chiarimento. Effettivamente capita di frequente ed è ingiusto, anche se è altrettanto comune che una donna tenda a rivedere le sue posizioni, a dare un'altra possibilità, come accade nel film, no? Grazie tante e baci anche a te
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  28/02/2005 14:55:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
myles? Non era Jack? Mah
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  28/02/2005 14:57:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ho invertito i nomi caspita
TIGER FRANK  08/03/2005 01:20:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Come disse qualcuno:"sono pienamente d'accordo a meta' con il mister!"
scherzi a parte i commenti di kowalsky sono sempre gradita lettura per me
conosco il cinema solo da semplice appassionato non da studioso in merito.Ma colgo nei commenti di K.qualcosa di piu'del semplice TigerFrank che va al cinema e medita sul film appena visto.Ma studi cinema?
dettagli tecnici a parte...
mi piacciono molto le riflessioni non superficiali e le considerazioni non banali ed e' bello sapere che in giro ci sono ancora commedie tranquille senza troppe pretese e forzature che ci mostrano che l'acchiappa animali non e' l'unica alternativa al film "impegnato".
riguardo l'America la penso esattamente come te
(vedi l'ultima riga da te scritta..)
oddio non sentite anche voi un suono di violini?
sto esagerando e'?
la finisco qui...

Invia una mail all'autore del commento kowalsky  20/03/2005 20:55:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
beh che posso dirti se non grazie infinite? Il cinema lo seguo da sempre questa passione mi ha creato abbastanza problemi perchè da bambino lo preferivo al calcio, non so se mi spiego Comunque non ho detto che Sideways è un capolavoro ma un film sincero e commosso su una generazione direi di sì Per certi versi è la versione autoriale e "seria" dell'identità sessuale come lo era Sex in the city il serial per l'universo femminile
TIGER FRANK  22/03/2005 20:54:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Concordo!
agentediviaggi  05/03/2007 22:37:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Uno dei miei films preferiti e condivido alla grande il tuo commento. Non conosco il cinema francese, ma mi ha ricordato da morire il cinema amaro di Dino Risi e l'ho trovato fresco, vicino alla mia sensibilità, "italiano". Ma quanti miliardi di films hai visto in vita tua?