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MOONRISE KINGDOM - UNA FUGA D'AMORE regia di Wes Anderson

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  15/01/2013 11:12:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il cinema di Wes Anderson è ormai perfettamente riconoscibile, l'autore texano nel corso degli anni ha elaborato un modo di presentarsi originale, spesso nostalgico e malinconico, sicuramente sempre piacevolmente non convenzionale e in questo caso anche equilibrato. Colori sgargianti e ambientazioni ricercate spiccano in questo "Moonrise Kingdom", storia d'amore tra ragazzini, un rapporto di fiabesca nascita ed evoluzione, ma anche maledettamente reale nel momento in cui si scontra con il mondo adulto, fatto di convenzioni e moralismi dettati, ironia della sorte, da famiglie strambe e disfunzionali.
I buoni sentimenti, da intendersi non sempre come il classico rapporto amoroso d'infatuazione e attrazione, all'interno di esse sono vaghi se non inesistenti. Nell' irreggimentata congrega degli scout non c'è spazio per alcuna solidarietà, i genitori adottivi del ragazzino non sono certo modelli di comprensione, mentre nella coppia Murry/McDormand ci scontriamo con un amore sfiorito e permeato da una tremenda apatia.
Una disamina disfattista che molti alla fine riusciranno a sconfessare spalleggiando quel puntino di comprensione reciproca in un mare di indifferenza. Anderson sembra suggerirci che l'amore fuori dagli schemi, incorruttibile e troppo forte per poter soccombere, è pezzo mancante e irrinunciabile per smantellare un puzzle sociale conformista ed arido.
Piace questo sentimento così intenso, l'espressiva Kara Hayward e il meno maturo ma ugualmente efficace Jared Gilman, si stagliano emozionanti negli incredibili scenari naturali, componenti illustri dell'orchestrazione del regista, abile nel far intersecare ogni elemento (come esplicitato in apertura e chiusura di film) in una dichiarazione di intenti che effettivamente riesce. Anderson conferma eleganza nell'esprimere con finezza la propria visione su un mondo surreale, piacevolissimo figlio dell'inconsueto estro di cui è dotato.